"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 11 settembre 2016

La Domenica con Gesù, XXIV del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi,…e hanno detto. Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’ Egitto…” Es 32,7-11.13-17 . “Figlio mio,…questa parola è degna di fede…Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori…” I Tim 1,12-17 . “…Chi di voi se ha cento pecore…non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta…Oppure quale donna se ha dieci monete e ne perde una…Un uomo aveva due figli…Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Lc 15,1-32.

I testi odierni sembrano suggerire un “amore illogico” da parte di Dio. Illogico, perché sembra al di sopra del buon senso e della “saggezza umana”. Nella I Lettura, notiamo un popolo, Israele, che si ribella a Dio, ritorna agli idoli, al vitello d’ oro, chiede perdono e viene perdonato. Proprio questo, ci appare come un comportamento “illogico” da parte di un Dio giusto e onnisciente. Così, pure, le parabole della “misericordia”: la pecora smarrita, la moneta ritrovata e il padre con un figlio disgraziato, che soffre per le sue “stupidaggini” e , poi, lo perdona e festeggia, senza nemmeno un rimprovero ! E’ troppo.

I realtà, questi sono sentimenti che molti genitori provano. Infatti, quando un padre e una madre si accorgono del figlio/a tossico/a, la prima cosa che pensano è, come salvarlo ? Magari si arrabbiano e si rinfacciano reciprocamente la responsabilità, per sapere chi sia stato più tollerante o assente. 
Ed, infine, si auto-assolvono, “spiegando” che la “colpa sia stata degli amici”, dato che il loro figlio è “un bravo ragazzo”. Non “ricordano” più i dispiaceri, che hanno avuto e la vergogna, che hanno provato, a causa della sua condotta disonorevole. Sperano che questo/a figlio/a possa salvarsi e ritornare ad essere quel bravo ragazzo/a, che essi avevano sognato.

Lo stesso sentimento si prova per un figlio (o figlia) malato o disonesto; un coniuge imbroglione, violento, spendaccione o assente da casa.

Un giorno, una ragazza tossica, alla domanda, quali “errori” avesse commesso, diede una risposta agghiacciante: “Ho fatto tutto il male possibile. Imbrogli, furti, spaccio, prostituzione. Il male peggiore, però, è stato quello di aver tradito coloro che mi volevano bene”.

Una mamma ad un figlio, gravemente disabile, permetteva che egli, durante la crisi, le mettesse le mani addosso nel tentativo sacrilego di strozzarla. Lei, terrorizzata, si sottoponeva al “rito”, cosi che il ragazzo potesse addormentarsi in pace.

A questo punto, la domanda che sorge spontanea è, se Dio abbia gli stessi nostri sentimenti umani o siamo noi ad attribuirgli: pazienza, perdono e misericordia. Nel mondo della natura, il più forte mangia il più debole, in una catena, dove la legge ultima rimane la sopravvivenza.

Dio, invece, ha pensato all’ umanità in maniera più raffinata. La cosa più difficile, per ogni cristiano, è la capacità di voler bene, al di là delle emozioni: amare i propri cari è, in qualche modo, naturale, anche se sono possibili abbandoni, disinteresse, violenze anche verso le persone più vicine. Il vero problema è quello di voler bene a “tutti”. Lo sappiamo bene che la radice del rispetto è Dio. Lo ha ricordato, opportunamente, Papa Francesco nel famoso testo, “Evangelii Gaudium” (=La Gioia del Vangelo): “Solo grazie all’amore di Dio siamo riscattati dall’ auto-referenzialità”.

Notiamo che le difficoltà maggiori per comportamenti caritatevoli verso gli altri derivano dai “sensi”: la zavorra, che non permette all’ anima di essere libera, aperta anche ai nemici. Questa, certamente, è una grande difficoltà. Iinfatti, l’ altro può essere odioso, irriverente, irriconoscente, imbroglione, falso, vigliacco e aggressivo. Solo la salvezza (il Disegno di Dio) può permetterci di guardare e sognare in noi un altro essere. Proprio questa è la sfida posta al cristianesimo, religione dell’ armonia, della libertà e della lealtà.

Tutte le associazioni, le Caritas e i gruppi di volontariato sono rispettati: ma anche nelle risposte violente, rimane la convinzione di aver agito secondo il “Disegno di Dio”. Un Disegno che chiede a tutte le creature di essere semplici, portatrici di consolazione, miti, giuste, misericordiose, leali, pacifiche e coerenti, così come suggeriscono le beatitudini. 

                                                                        Mons. Antonino Scarcione

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