"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 24 settembre 2016

La Domenica con Gesù, XXVI del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Testi: “Guai agli spensierati di Sion…Distesi su letti d’ avorio e sdraiati sui loro divani…Bevono vino in larghe coppe…Perciò…Andranno in esilio…E cesserà l’ orgia dei dissoluti” Am 6,1a.4-7 . “Tu, uomo di Dio,…Tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza…” I Tim 6,11-16 . 
“…C’ era un uomo ricco, che…Ogni giorno si dava a lauti banchetti…Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta…Bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco…Il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto…Allora gridando disse: Padre Abramo abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’ acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua…” Lc 16,19-31.

-Un uomo ricco e un mendicante”. Del primo, tra i due personaggi, non viene riferito alcun nome proprio: è un ricco egoista, gaudente, dai vestiti preziosi e dai pranzi opulenti. Associa i piaceri della tavola a godimenti erotici. Il secondo soggetto è un mendicante, che giace “alla porta coperto di piaghe.” Di questo povero, a differenza del primo personaggio, ci viene detto il nome, Lazzaro, che in ebraico significa “Dio viene in aiuto”.

-“Il seno di Abramo e l’ inferno”. Anche nello scenario futuro, la contrapposizione tra i due soggetti continua. Lazzaro viene trasportato dagli angeli “accanto ad Abramo”, ossia nel banchetto celeste, accanto al patriarca. Quanto al ricco, si parla della sua sepoltura e del suo soggiorno “negli inferi”, che gli procura, come egli stesso afferma, pena, ansia e affanno: “soffro terribilmente in questa fiamma…”

La descrizione del paradiso e dell’ inferno, non vuole essere una specie di “Divina Commedia”, che ci conduce in un “viaggio immaginario”, e neppure una rivelazione offerta da Gesù sull’ aldilà. Gesù, infatti, si appropria del linguaggio, già presente nella letteratura giudaica del tempo, per comunicare i misteri del Regno. Il Maestro insegna che, se vi sarà un capovolgimento della situazione, questo è per un motivo teologico, secondo la logica, con la quale Dio giudica i valori e stabilisce i destini dell’ umanità e della storia.

A questo punto, Luca ritorna su temi, che gli sono cari: il comportamento irresponsabile e insensato nella gestione dei propri beni o, parallelamente, una loro destinazione sapiente, hanno un’ incidenza profonda, negativa o positiva, sulla stessa persona.

“Hanno Mosè e i Profeti. Ascoltino loro !” Sulla ricchezza e la povertà e sul significato della vita terrena riecheggia la Parola di Dio. Tutto quello, che dobbiamo sapere su noi stessi e sull’ aldilà, ci è ripetuto “da Mosè e dai Profeti”. La conversione non ha bisogno di segni particolari, deve solo ascoltare la parola e metterla in pratica. Il ricco epulone e i suoi fratelli, avendo legato il proprio cuore alle ricchezze, sono incorsi in comportamenti negativi. “La ricchezza e i piaceri della vita” hanno soffocato la parola di Dio, “seminata” nel loro cuore.

“Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. Il ricco stolto risulta incapace di intendere i segni del Dio vivente, al punto di non percepire più nemmeno il capovolgimento delle vicende del mondo, realizzatosi nella risurrezione di Gesù. Come potrebbe un ricco essere “toccato” dalla risurrezione di Gesù?

Luca risponde che il suo comportamento, nei confronti del fratello povero, condiziona tutto il suo futuro. Su questa strada, invece, i poveri ottengono la salvezza, perché la sofferenza e il rifiuto, di cui sono vittime, li assimila a Gesù, la cui figura si profila dietro a Lazzaro, come il risorto dai morti.

Secondo la teologia Lucana, la “Legge e i profeti” rendono testimonianza a Gesù, il loro appello alla conversione è un invito rivolto a tutti, a intraprendere con lui quel cammino, che lo conduce verso Gerusalemme, il luogo della passione e della risurrezione.

                                                                               Mons. Antonino Scarcione

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