"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 20 maggio 2017

Calogero Baglì, artista col cuore

Un locale a pianterreno in via Chiello, al quartiere Monte, accoglie da 11 anni l’esposizione permanente di Calogero Baglì, pensionato piazzese già collaboratore scolastico e con una vena artistica semplice ma di grande determinazione.

Calogero, a 80 anni, ha realizzato il sogno della sua vita, quello di creare pezzi artistici secondo sue libere interpretazioni e di poterle esporre e farle ammirare agli amici, senza alcuno scopo di lucro. Oltre 1000 pezzi compongono la sua coloratissima e variopinta collezione. Plastilina, plastica, argilla, tessere di mosaico, terracotta, polistirolo, legno e tante altre tipologie di materiale, sono usate da Baglì per creare le sue opere. I soggetti sono i più svariati. Accanto al modellino della Cattedrale di Piazza Armerina, ci sono la Statua della Libertà di New York e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Centinaia di modellini stipati sui tavoli mentre le pareti sono letteralmente tappezzate di quadri e altri oggetti. 

Calogero Baglì, è nato il 1 ottobre del 1936 in via Di Benedetto al quartiere Casalotto. Secondo di 4 figli di una famiglia di contadini, dopo la licenza elementare va a lavorare con il padre nei campi. Poi sposa Angela Scroppo da cui ha avuto i figli Pietro, Salvatore e Fabio. Tanti i lavori che in 35 anni ha dovuto cambiare per mantenere la famiglia. Muratore a Milano, a Bonn in Germania, poi in Svizzera. Fino a quando torna definitivamente a Piazza Armerina e va a lavorare in una fabbrica di laterizi a Grottacalda, successivamente viene assunto come dipendente comunale alla scuola elementare “Trinità” e poi a “San Pietro”. “Ma la mia passione -dice Calogero Baglì- non è mai venuta meno. Nel mio cuore avrei voluto frequentare una scuola d’arte ma non ho potuto. Adesso che sono in pensione da autodidatta sono riuscito a realizzare il mio sogno esprimendolo non solo in pittura, e con il modellismo, ma anche in musica, poesia in vernacolo e come impagliatore di animali”.


                                                                                          Marta Furnari

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