"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 7 maggio 2017

La Domenica con Gesù, IV di Pasqua /A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: “Io sono il vostro pastore. Dio ha costituito Gesù Signore e Cristo” At 2,14°.36-41 . 
“Ricondotti al pastore e custode delle vostre anime” I Pt 2,20b-25 . “Io sono la porta delle pecore” Gv 10,1-10.

“Sono venuto perché abbiano la vita e l’ abbiano in abbondanza”. Come, giustamente, afferma il teologo E.Ronchi, questa è, certamente, una delle frasi più belle di tutto il vangelo. 
Egli, quindi, ci dà, non solo quel minimo, senza il quale la vita non è vita, ma offre una vitalità esuberante, quella che profuma d’ amore, di libertà e di coraggio. 
Dio è proprio così: manna per quarant’ anni nel deserto, pane per cinquemila persone, “pelle fresca di giovinezza” per dieci lebbrosi, pietra rotolata via dal sepolcro per la resurrezione di Lazzaro, dono di cento fratelli per chi ha lasciato la casa, perdono per settanta volte sette, vaso di profumo pregiato di trecento denari.

Vediamo che il vangelo è la risposta alla fame di vita che tutti ci portiamo dentro. Ed, inoltre, il primo gesto del pastore vero, Gesù, è quello di entrare nel recinto delle pecore, chiamarle per nome e condurle fuori.

Gesù porta le sue pecore fuori dal recinto, un luogo che dà sicurezza e che, nello stesso tempo, limita la libertà. Non sposta le pecore da un recinto ad un altro, ad esempio, dalle istituzioni dell’ antico Israele a nuovi schemi precostituiti. No, egli è un pastore che avvia le pecore ad un processo di liberazione senza limiti. Egli ci rassicura: “Io sono la porta”, che nessuno chiuderà mai più, io sono l’ accesso ad una terra, dove scorrono latte e miele di giustizia, innocenza e libertà.

La seconda caratteristica del pastore autentico è quella di camminare davanti alle pecore. Non un pastore che grida o minaccia, per farsi seguire, ma uno che precede e convince, col suo andare sicuro davanti a tutti, “a prendere in faccia il sole e il vento”, un pastore di futuro, che ci rassicura: voi appartenete ad un sistema aperto e creativo. Infatti, vivere è appartenere al futuro, perché l futuro lo tiene aperto lui, il pastore innamorato degli uomini. 

                             Mons. Antonino Scarcione

Nessun commento: