Navigando su internet mi sono imbatto su questo articolo tratto da: cosamipassaperlatesta.myblog.it che parla sul perché molti Siciliani sono biondi e con gli occhi azzurri, inoltre l'articolo per meglio far capire i fatti descrive le vicende attraverso il nostro Palio dei Normanni… Di seguito l'articolo.
I
”Normanni in Sicilia” … ecco qui una ‘nostra’ piccola parentesi
sull’argomento.
Tutti sappiamo che lo stereotipo del siciliano medio è quello di una
persona dal fisico asciutto, scura di carnagione, con occhi e capelli
scuri. Considerato il fatto che il Sud dell’Italia è stato territorio di
conquista arabo, va da se che questo stereotipo non è poi tanto lontano
dalla realtà. Ma … come mai in Sicilia le persone bionde, alte e con
gli occhi azzurri non sono affatto una rarità? Come mai in Sicilia c’ è
un Palio che si chiama il ”Palio dei Normanni”? La più grande
rappresentazione in costume che si svolge nel Sud dell’Italia – con
circa 600 figuranti – di un fatto storico accaduto circa mille anni fa.
Il Palio si svolge ogni anno, nel paese di Piazza Armerina in
provincia di Enna , nel cuore della
Sicilia, dura tre giorni e finisce
il 14 agosto. La manifestazione ha le sue origini tra la fine del 1600 e
gli inizi del 1700 quando, le allora ”dodici confraternite” della
città, organizzarono, per la prima volta, un corteo storico in occasione
dei festeggiamenti in onore della Madonna ”Maria Santissima delle
Vittorie”.
Nell’anno 1060 la Sicilia era sotto il dominio Arabo e i Normanni
sbarcarono a Messina – grazie anche all’appoggio dell’emiro arabo di
Siracusa che, essendo in lite con gli altri emiri di Sicilia – in
particolare con il cognato signore di Castrogiovanni – promise ad
Altavilla il suo appoggio contro i musulmani in Sicilia.
Ma … cosa ci facevano i normanni in Italia e come ci erano arrivati?
Dunque vediamo di sintetizzare, i Normanni (o uomini del nord) o
Vichinghi (uomini della baia, vik) erano popolazioni scandinave formate
da diversi gruppi etnici. Tra di loro c’era di tutto, dai mercanti ai
navigatori, dai predoni ai guerrieri. Spinti probabilmente dall’aumento
della popolazione e dal bisogno di terre, cominciarono la loro
espansione sia per vie marittime che per quelle terrestri. I primi a
uscire dai loro confini diretti in Francia, Scozia, Irlanda,
Inghilterra, Islanda e Groenlandia furono i Norvegesi. Gli Svedesi,
conosciuti col nome di Vareghi o Rus, si spinsero fino al mar Baltico,
al mar Caspio e al mar Nero dove occuparono città e fondarono principati
tra cui il più noto fu quello di Kiev, o Regno di Rus, da cui prese il
nome l’attuale Russia. I Danesi crearono basi in Francia, lungo la Loira
e la Senna, da dove partivano per le loro scorrerie. A partire dal nono
secolo molti Danesi diedero vita a insediamenti stabili e si
convertirono al Cristianesimo.
Nel Ducato di Normandia, concesso in feudo da Carlo il Semplice al
capo normanno Rollone nel 911 si svilupparono, in seguito alla perdita
di potere dell’impero Bizantino prima e dei carolingi poi, le
istituzioni feudali che si sarebbero poi diffuse in Europa.
Gruppi di guerrieri mercenari normanni si trasferirono nell’ Italia
meridionale all’inizio del decimo secolo per mettersi al servizio: dei
Bizantini, delle città loro avversarie, dei duchi longobardi … insomma
purché pagassero bene erano disposti, da bravi mercenari, a combattere
per tutti.
Nel 1030 un capo normanno appartenente alla famiglia degli Hauteville
(Altavilla) ottenne dal duca di Napoli per cui aveva combattuto, la
signoria di Aversa, a cui si aggiunse sempre per meriti di guerra,
quella di Gaeta.
Gli Hauteville già signori di Coutances in Normandia e ora anche
signori di Aversa e Gaeta, avevano
combattuto e vinto contro le truppe
pontificie dell’Italia centrale nel 1053. Questo fatto aveva messo a
serio rischio l’autorità del papa, sia come capo della chiesa cristiana,
sia come re dello Stato Pontificio. Ma … dopo averlo vinto e preso in
ostaggio, lo lasciarono libero a patto che egli riconoscesse tutte le
conquiste Normanne del Sud Italia, compresa quella futura della Sicilia.
Naturalmente il papa non se lo fece ripetere due volte e in cambio
della libertà e del suo Stato Pontificio fu disposto a riconoscere tutto
quello che i normanni chiedevano.
In questo modo i Normanni non solo potevano conquistare terre
italiane ma si facevano anche paladini della cristianità , prima cosa
per aver risparmiato la vita al papa e poi giustificando le loro mire
espansionistiche con il pretesto di liberare la Sicilia dagli infedeli
saraceni.
Una battaglia famosa contro gli arabi fu quella combattuta sulle
colline di Cerami vicine alla Cittadina di Piazza Armerina, dove,
secondo la leggenda, i normanni vinsero grazie all’aiuto divino (una
specie di prima crociata insomma) e il conte normanno Ruggero
d’Altavilla inviò al Papa in segno di riconoscenza una parte del
bottino di guerra e quattro cammelli.
Quest’ultimo, per ricambiare la
gentilezza concesse l’ ”indulgenza papale” al Conte e gli donò una
bandiera con le insegne papali, che raffigurava la Madonna con Gesù
Bambino e che pare accompagnò il Conte durante le sue future battaglie, e
vittorie, in Sicilia. Per questo motivo questa raffigurazione della
Madonna venne ribattezzata ”Maria Santissima delle Vittorie”. Oggi è
patrona della città di Piazza Armerina e Il palio si tiene sia in
ricordo della battaglia vinta sia in onore della Madonna delle Vittorie.
Durante la conquista dell’Italia Meridionale e della Sicilia, i
Normanni ripopolarono e fondarono molti centri della Sicilia
centro-orientale con gente proveniente dalla Normandia e dalla Provenza
ma anche dal Nord Italia come Piemonte, Liguria ed Emilia grazie ad
alleanze e matrimoni con famiglie dei Marchesi di Saluzzo, Monferrato e
Savona. Ovviamente questa mescolanza genetica ha prodotto in Sicilia e
nel Sud Italia individui dalla carnagione chiara con occhi azzurri e
capelli biondi.
L’afflusso di popolazione nordica in Sicilia in paesi come: Piazza
Armerina, Aidoni, Nicosia, Sperlinga, San Fratello, ha fatto sì che si
sviluppasse in queste zone della Sicilia una parlata molto diversa da
quella del resto dell’isola, con suoni francofoni tanto da formare una
vera e propria lingua, il cosiddetto dialetto gallo-italico che
sopravvive ancora oggi tra le viuzze medievali di questi meravigliosi
paesini appunto detti lombardo-siculi. Nomi di battesimo come Ruggero,
Guglielmo, Tancredi sono di origine Normanna mentre Enrico, Federico,
Manfredi sono di origine Sveva.
Il termine ”lombardo” non ha nulla a che vedere con la regione
Lombardia ma è da considerarsi
come pura contrazione linguistica
dell’aggettivo longobardo, derivato dall’antico germanico Langbärte
latinizzato in Langobardi. Nel medioevo questo termine era usato per
indicare gli abitanti di tutta l’Italia Settentrionale nord-occidentale,
un territorio molto più vasto dell’attuale regione Lombardia e che che
comprendeva, oltre alla Lombardia anche Piemonte, Liguria, Emilia e
Romagna.
Pubblicato da Elena il 20 maggio 2015
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