"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 21 novembre 2020

La Domenica con Gesù, GESU' CRISTO RE DELL' UNIVERSO / A

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Andrò in cerca della pecora perduta…fascerò quella ferita e curerò quella malata…” Ez 34,11-12.15-17 . 
“…Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti…Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita…” 1 Cor 15,20-26.28 . 
“…Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli…Separerà gli uni dagli altri…porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra…Venite benedetti dal padre mio, ricevete in eredità il regno…Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…” Mt 25,31-46.

Il vangelo di oggi chiude il discorso escatologico (=la fine della storia). In un contesto di “attesa imminente” della fine, ci viene presentato il giudizio finale: una descrizione fortemente suggestiva.
Questa domenica- ultima dell’ anno liturgico- fa da cerniera tra la conclusione e l’ inizio del nuovo cammino, quello dell’ Avvento. Il giudizio qui rappresentato è quello universale. 
Il Regno dei cieli (=il mondo ideale proposto dal Signore) è aperto a tutti gli uomini, che hanno accolto il dono della vita, per diventare anch’ essi un dono per gli altri, a prescindere dall’ appartenenza a questo o a quel gruppo religioso:. Ma, nello stesso tempo, il giudizio è personale: “egli separerà gli uni dagli altri”. Solo Dio conosce la verità e la speranza custodita da ogni uomo.

Il brano è un ammonimento per i discepoli: alla fine dei tempi, ci sarà il giudizio, esso dà senso alla storia, restituisce dignità e giustizia agli ultimi e alle vittime dell’ egoismo umano. 
Questo brano, insieme alle beatitudini, è come una cornice nella quale si colloca il cristianesimo. Esso non è un insieme di principi etici o questioni teologiche, bensì amore, disponibilità all’ incontro con l’ altro, capacità di vedere, toccare, accogliere la fragilità e la debolezza, perché è la fragilità il vincolo che unisce tutti gli uomini, a partire da Gesù, ”fratello primogenito”, che ci ha immesso in una rete di grazia, affinchè l’ esistenza sia caratterizzata dall’ amore reciproco.

Certamente, l’ identificazione di Gesù con gli ultimi non è una parola vana, ma veramente Egli sperimenterà la fame e la sete, sarà nudo e prigioniero e non accolto. Ecco, quindi, il paradosso del messaggio cristiano: Gesù regna dalla croce, la croce è il suo trono. In effetti, il percorso biblico ci conduce all’ uomo ed è dei suoi bisogni e delle sue sofferenze che ci viene chiesto di prenderci cura. Sarà proprio all’ antica domanda, “dov’ è tuo fratello”, che dovremo rispondere, perché la chiesa è, costitutivamente, una fraternità, sacramento della fraternità universale.

                                                Mons. Antonino Scarcione

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