"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

mercoledì 6 gennaio 2021

EPIFANIA DEL SIGNORE

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa

“Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te…Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere…” Is 60,1-6 . 
“Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del mistero della grazia di Dio, a me affidato…Le genti sono state chiamate, in Cristo Gesù…a formare lo stesso corpo…per mezzo del Vangelo “ Ef 3,2-3a.5-6 . 
 “Nato Gesù a Betlemme…al tempo del re Erode,…alcuni Magi vennero…a Gerusalemme…Dov’ è colui che è nato…? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti…Il re Erode restò turbato…Si informava…sul luogo in cui doveva nascere il Cristo…Allora Erode…chiamati segretamente i Magi, si fece dire…il tempo in cui era apparsa la stella…Si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino…Entrati nella casa…si prostrarono e lo adorarono…offrirono in dono, oro, incenso e mirra…”. Mt 2,1-12.

L’ importanza dell’ Epifania va evidenziata sia sotto l’ aspetto teologico che sotto quello ecclesiale. In tal senso, la collocazione liturgica dell’ annuncio della Pasqua nella celebrazione dell’ Epifania corrisponde pienamente all’ universalizzazione di cui l’ evento è portatore. Inoltre, come Chiesa cattolica, viviamo, con più consapevolezza, l’ aspetto della mondialità, che sta accompagnando tutte le chiese a “parlare le lingue di tutti i popoli”. Universalità e pluralità sono due dimensioni che dovrebbero emergere anche nelle celebrazioni.

-“I popoli della terra”. Gli scenari delle letture bibliche invitano ad abbracciare tutti i popoli della terra, evidenziando l’ “ospitalità” e la “meraviglia”. E’ importante cogliere il “movimento”, che l’ incarnazione mette in atto nella storia: “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”. Nel cuore di ogni persona, di ogni popolo, di ogni cultura, lingua e religione è seminato il desiderio di Dio, il desiderio d’ incontrare il Signore. L’ Epifania sottolinea l’ universalità del Figlio di Dio incarnato, che “è in certo modo unito ad ogni uomo”. E’ l’ universalità della luce, delle stelle e del cielo, che dicono ciò che è comune a tutti, cioè l’ elemento “umano”.

-“Il capovolgimento del potere”. Dalla nascita di Gesù possiamo immaginare l’ inizio di una “caccia al tesoro”, che affonda le sue radici nell’ Antico Testamento. Assistiamo ad un continuo “capovolgimento” delle aspettative umane. Innanzitutto sono “i lontani” a cercare il re dei Giudei. Sono i Magi a mettersi in cammino. I “vicini”, cioè gli abitanti di Gerusalemme, sembrano inerti ed ignari della nascita del Bambino.

La chiave di lettura del capovolgimento può essere un percorso da seguire nella narrazione.

I Magi chiedono informazioni al re Erode, che, invece, è ignaro di tutto. Ed, inoltre, i Magi presumevano che il re dovesse trovarsi nella “capitale”, Gerusalemme, ed invece, la scontata logica umana viene capovolta dall’ umile Betlemme. Erode chiama segretamente i Magi e pone loro una richiesta viziata da un’ intenzione opposta alla loro. “Fatemelo sapere, perché anch’ io venga ad adorarlo”.

Ciò che per i Magi genera gioia, per Erode diventa turbamento ed angoscia. Riconoscere i tanti capovolgimenti che la l’ Epifania mette in atto, significa creare un legame col mistero pasquale, nel quale Dio rivela se stesso nel capovolgimento della croce, sulla quale c’ è scritto: “Questo è il re dei Giudei”.

Il contrasto tra Gesù ed Erode mette in campo due opposte forme di potere: quello fondato sulla fiducia e quello che è alimentato dalla paura. La mitezza del Figlio di Dio, nato bambino a Betlemme, però, è la forma del potere che attira i saggi, raggiunge “i lontani” e converte i cuori.

E noi, a quale dei due poteri ci prostriamo ?

                                                             Mons. Antonino Scarcione

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