"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 16 settembre 2012

La domenica con Gesù, XXIV del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
Qual è l' annuncio essenziale di questa domenica ? E' certamente l' invito a seguire Cristo nella via della croce. Il brano evangelico appare ricco di contraddizioni: Pietro, che si presenta, fin da subito, come un modello di fede sincera, successivamente, invece, non accetta di dover seguire Cristo nel cammino pasquale, perchè esso è fatto di morte e risurrezione.
 - Vediamo, intanto, che il sacro testo riserva un posto di rilievo alle tematiche, che presenta  la professione di fede di Pietro, la vera identità del Messia, la sequela dei discepoli). Anzitutto, l'episodio va inquadrato nel contesto della missione di Cristo: cioè all' inizio del cammino che culminerà nelle vicende pasquali. Anche per i discepoli questo tempo è determinante; si tratta, infatti, di comprendere meglio chi sia Gesu', per poterlo seguire anche nella via della croce.

 - A metà percorso, dalla Galilea verso Gerusalemme, Gesu' vuole compiere una verifica con i discepoli, che, fin qui, hanno condiviso tutto con lui. Egli pone loro una domanda precisa circa l'idea che la gente e i discepoli hanno sulla sua persona. E' un momento in cui la scelta di seguire Gesu' va ricompresa e confermata. Cio' significa che, anche oggi, non bisogna dare per scontato che siamo cristiani; significa, altresi', lasciarci stimolare dalla domanda del Signore: "Ma voi, chi dite che io sia?", per aggiornare la nostra risposta, sia quella personale che quella comunitaria. Vuol dire anche rimetterci in discussione, per verificare la purezza della nostra fede e la coerenza della nostra vita.

 - La professione di fede di Pietro è uno dei fulcri del testo evangelico; essa ruota attorno a un duplice cardine: da un lato la franchezza dell' apostolo, dall' altro la concezione non corretta dell' identità del Cristo. La fede di Pietro ha bisogno di essere purificata da incrostazioni e ricompresa nella missione di Cristo. Per questo il Signore propone ai discepoli una catechesi su sè stesso e su cio' che lo avrebbe atteso a Gerusalemme a compimento del suo cammino. Egli prevede lo scandalo, che gli apostoli dovranno sopportare, per  questo li prepara ad affrontare il "fallimento" della croce. La reazione immediata di Pietro alle parole di Gesu'  è ben nota. Pietro è qui l' immagine di una tendenza diffusa anche nel nostro tempo, quella cioè di addomesticare l'idea di Dio. Un Dio immaginato secondo i nostri canoni, un Gesu' inteso a nostro piacimento, un vangelo a nostro uso e consumo. Gesu' desidera che attorno alla sua persona non ci sia ambiguità. Infatti, con la catechesi pasquale annuncia la chiave di lettura per intendere correttamente l'intera sua missione: la sofferenza, il rifiuto, la passione e la morte e dopo tre giorni la resurrezione.
 - Cio' che invece propone Gesu' è di seguirlo nella strada che egli stesso percorre, cioè la via della pasqua di morte e resurrezione. La famosa risposta  di Gesu' a Pietro:
" Vade retro, satana", è piuttosto un invito alla sequela. Risulta, a tal proposito, preziosa la nuova esegesi: "Va' dietro a me...", per comprendere e spiegare il significato dell' espressione "prendere la propria croce". Qui la croce è un' immagine sintetica, per indicare la pasqua nella sua globalità, non solo la morte.
 Invece dare la vita per Cristo, significa trovare la pienezza della vita e la somma realizzazione umana; in tal senso, perdere la vita significa rinunciare a fare di sè stessi il valore assoluto, ma porre  il Signore come centro e rifermento della propria esistenza. 
                                                                                                                                            
                                                                                                    Mons. Antonio Scarcione

Nessun commento: