"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 5 gennaio 2013

La Domenica con Gesù, Epifania del Signore

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

 I Lettura. " Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te...Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere ..."
Is 60, 1-6
 II Lettura. " Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio,a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero...: Le genti sono chiamate, in Cristo, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo..." Ef 3, 2-3a . 5-6
 Vangelo. "...Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme...Dov' è colui che è nato, il re dei Giudei ? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo..." Mt 2, 1-12

  La vicenda dei Magi disegna ai nostri occhi l'approdo alla fede. Scrutare la natura e la storia, cercare, domandare, trovare e imboccare un'altra strada, ecco le tappe, che conducono a Dio. Il profeta Isaia ha una visione straordinaria: la gloria di Dio e di gente, che accorre da lontano: non sono eserciti, venuti a depredare e distruggere, ma i figli di Israele e di Giuda, che tornano e stranieri, che portano doni preziosi, per la ricostruzione di Gerusalemme e del Tempio. Dio ha reso possibile tutto questo: a Lui la gratitudine del credente, che "vede" finalmente la pace.
 La visione trova compimento nell'arrivo di personaggi misteriosi. Essi riconoscono nel bambino, il Potente, il Signore e gli offrono doni di alto valore simbolico. Grazie a quel bambino, tutti (ebrei e non ebrei) sono chiamati a formare il popolo dei redenti, coloro che accolgono il Vangelo.
 L' Epifania (manifestazione di Dio) porta con sè il fascino dei tre personaggi, non ben identificati, ma che la tradizione popolare ha ravvisato in essi le tre età dell' uomo (un giovane, un adulto e un anziano) e altre provenienze etniche.
La festa ruota attorno ad una storia suggestiva, che ancora "parla" al cuore dei piccoli e dei grandi. Le tre figure, presenti nel presepe, attirano gli sguardi di tutti. Infatti, la narrazione, apparentemente ingenua, ci conduce, in quest' Anno della Fede, a cogliere realtà, passaggi e dinamiche, che stanno a cuore ai credenti.
 - I Magi sono rappresentati come personaggi che scrutano il cielo. Sono stranieri, non ebrei. Proprio loro, così distanti, per cultura, religione, usi e costumi, arriveranno a Gesù, diversamente da coloro che, invece, pur così vicini a Lui, resteranno volutamente distanti. L'uomo arriva alla fede, quando alza lo sguardo e vuole "imbattersi" nei segni importanti e decisivi, che cambiano la vita.
 Un' esistenza basata soltanto su bisogni fisici (mangiare, bere, dormire, o anche il lavorare e il divertirsi), difficilmente, potrà riconoscere una traccia di Dio, che sconvolga i ritmi abituali della vita. Vi è, inoltre, una chiusura, che preclude la fede. Se si è ripiegati su sè stessi, nell' "auscultare" i propri bisogni, alla ricerca dei propri piaceri e dei propri vantaggi, appare assai difficile cogliere la presenza di Dio. Se siamo impenetrabili alle richieste di aiuto degli altri, come potremo percepire la voce dell' Altro, per eccellenza?  Per questo scopo sono necessari: 
 - La ricerca. Essa è l'anima di ogni esperienza di fede. Infatti, cercare significa: 1) Non accontentarsi di quello che già si conosce e avvertire il bisogno di qualcosa/ Qualcuno, che possa colmare il vuoto, che rivela quanto ci "manca", per essere pienamente felici. 2) Essere disposti ad affrontare un itinerario: il percorso della fede è  "un' avventura" , con incognite, rischi e pericoli. Chi è "appagato" del "luogo caldo", che si è costruito e/o ritiene di possedere già tutte le risposte, rimane dov' è. 3) Essere pronti ad un distacco, cioè a partire. Ogni partenza è una scommessa, una sfida, un atto di speranza. Chi parte, spera di arrivare alla meta. Accetta i sacrifici, che saranno necessari.
 4) "Essere abitati" dalla fiamma del desiderio, che attraversa tempeste ed uragani, se tenuta costantemente accesa. La fede vive del desiderio di Dio, viene meno, quando esso si spegne.
 - La domanda." Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? "Ecco la richiesta dei Magi: 1) Una domanda esplicita, che rende ragione del percorso compiuto: "Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". I Magi non possiedono tutto, ma solo un frammento e hanno bisogno di altri, che li aiutino nella loro impresa. 2) Siamo talmente preoccupati, nelle catechesi e nelle omelie, di fornire risposte, che non verifichiamo, se vi siano domande e quali esse siano. Conseguentemente, prepariamo "pranzi" abbondanti a chi non ha appetito. La domanda dei Magi ha sostenuto il loro cammino. Ci sono domande che animano, in profondità, le nostre comunità? Che investono il senso della loro esistenza e della loro vita?  
 - L'incontro. I verbi, che lo caratterizzano sono: "videro", "si prostrarono", "adorarono", "aprirono i loro scrigni" e "offrirono in dono". 1) Videro. Avevano visto la stella (era solo un segno). Ora, raggiunto il traguardo, i loro occhi si aprono sul bambino con Maria, sua madre. Nel credente il verbo "vedere" ha un significato importante. Ai Magi non appare la potenza di Dio, ma la fragilità di un bambino. Bisogna avere lo sguardo della fede, per riconoscere, in quel bambino, il "re dei Giudei". Tuttavia, grazie alla stella (il segno di partenza), i Magi sono sicuri di non sbagliarsi.
 2) Si prostrarono e lo adorarono. La prostrazione/adorazione veicola, col linguaggio del corpo, il messaggio del debole nei confronti del forte, del povero, che si affida a colui che può rialzarlo. 3) Aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra. I Magi tirano fuori doni preziosi, contenuti nei loro scrigni, doni simbolici, che implicano il riconoscimento di quel bambino. E' Lui il Signore, l' Eterno, che ha deciso di assumere la carne di uomo. Quei doni, quindi, equivalgono ad un' autentica confessione di fede. I nostri doni, certo, non pretendono mai di ricambiare il dono, che Dio ci ha fatto. Sono, soltanto, un modo, per esprimere la nostra riconoscenza..                                                                                                                               
                                                                                                                                                                                                                                                                   Mons. Antonio Scarcione   

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