"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 29 novembre 2015

La Domenica con Gesù, I di Avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra…” Ger 33,14-16 .

“A te, Signore, innalzerò l’ anima mia, in te confido” Sal 24 . “…Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’ amore tra voi e verso tutti…” I Ts 3,12-4,2 .

“…Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle…Angoscia di popoli…Allora vedranno il Figlio del’ uomo venire sulla nube con grande potenza e gloria…Vegliate in ogni momento pregando…”Lc 21,25-28.34-36.



La prima Domenica di Avvento (= Venuta) ha un ruolo ben preciso: trasmettere un messaggio di consolazione e di speranza. Essa merita, dunque, una particolare cura, perché ha il compito di “riscaldare” il cuore di coloro che vi partecipano. In molte parrocchie, è stata introdotta, opportunamente, la corona di Avvento, l’accensione, cioè, di domenica in domenica, di una nuova candelina. Sarebbe bello aggiungere, quest’ anno, una variante, legata al Giubileo della Misericordia: una quinta candela, più grande, al centro, da accendersi per l’Immacolata, ad indicare l’ inizio dell’ anno giubilare. Il breve commento vuole avere l’obiettivo di ridestare la speranza. Per questo scopo, è necessario lavorare su due versanti: l’ attualità (perché oggi abbiamo bisogno di speranza) e la solidità della proposta del Signore(le ragioni della speranza).

-Iniziare dalle singolari coincidenze. Infatti, i destinatari della I Lettura sono: gli ebrei, che sembrano aver mandato in frantumi ogni prospettiva di un futuro felice; i cristiani di Tessalonica, che vivono un periodo difficile, “perché emarginati all’ interno di quella società”: il sospetto, il pregiudizio, talvolta la persecuzione, che mettono in dubbio le promesse del Signore. Le comunità, a cui Luca rivolge il suo vangelo, sono testimoni della caduta di Gerusalemme, della distruzione del tempio e della dispersione d’ Israele; tutto ciò ha procurato angoscia, ansia e paura, tutti elementi contrari alla speranza. Sarà, quindi, la forza brutale di Roma a vincere?

-Il confronto con l’ attualità: i problemi. Rimanere lontani dall’ attualizzazione, vuol dire tradire la Parola, che ci è stata affidata. Ecco, quindi, un tentativo di individuare quello che sta accadendo. Immersi, come siamo, nella quotidianità, forse non siamo in grado di dare nemmeno un nome a quanto avviene, sotto l’ aspetto individuale e sociale (affetti, relazioni, lavoro, politica, malattia, cambiamenti).

Certamente, non si può addebitare tutto alla crisi economica, ai mercati, alla corruzione. Sicuramente, siamo stati colti di sorpresa, anche perché il benessere(degenerato nel consumismo e nello spreco) ci ha fatto abbassare la guardia.

-Causa e conseguenza di questa situazione è una cultura individualistica (pensare a sé stessi, al proprio vantaggio, ai propri diritti, il disprezzo delle regole, dei valori, la caduta nell’effimero, nell’appariscente, nel culto dell’ immagine).

-La crisi, inoltre, sembra aver accelerato il degrado. Il rischio di perdere le proprie sicurezze, il posto di lavoro e i privilegi accumulati ha accentuato l’ egoismo, l’ ostilità, il sospetto e i conflitti. 

-Che cosa fare? Il Signore ci propone di “avere la forza di sfuggire a ciò che sta per accadere”, non lasciandoci scoraggiare, né abbattere. Ecco le parole dei sacri testi: “State attenti a voi stessi; i vostri cuori non si appesantiscano, in dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita, che impediscono il silenzio, l’ ascolto e la riflessione. Ed inoltre, “vegliate in ogni momento, pregando. La preghiera non è solo una formula ripetuta, ma un impegno all’ ascolto della Parola.

                                   Mons. Antonino Scarcione 



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