
giovedì 19 novembre 2015
Ripensando all’Estate di San Martino: quando “ogni mosto diventa vino”
E' trascorsa una settimana dall’11 novembre giorno
dedicato a San Martino di Tours, ma anche conosciuto sia per le
particolari condizioni climatiche, che ancora oggi stiamo godendo, sia per il celebre detto “ogni
mosto diventa vino”.
Non a caso è una celebrazione che da sempre
ha attirato le attenzioni di poeti, scrittori ed artisti italiani e stranieri,
rapiti dalla magia festosa di questo particolare santo.
Le leggende che
circolano sull’11 novembre si ricollegano sia alla vita del religioso, sia alle
tradizioni agricole locali.
Partiamo dal fatto che la settimana che comprende
il giorno di San Martino è notoriamente definita “Estate di San
Martino”. Infatti, in questo periodo, il clima autunnale diventa
inspiegabilmente mite e soleggiato, quasi un baluardo di estate in pieno novembre.

Il mendicante si alzò immediatamente e rivelò di
essere Gesù, in attesa di un gesto di vera carità, ed il clima,
d’improvviso, divenne tiepido.
Al santo si attribuisce anche il miracolo
di aver trasformato l’acqua in vino, motivo che l’ha reso anche protettore
degli osti.
Il legame fra l’11 novembre ed il vino, tuttavia, è ben
più stretto. Si tratta di una data che, sin dai primordi dell’agricoltura
moderna, segnava la fine del ciclo di raccolto, il momento in cui si tiravano
le somme su quanto prodotto e, spesso, anche il termine di scadenza per
l’affitto di campi e terre coltivabili. In questa occasione, i mosti
accantonati durante la vendemmia sono diventati, ormai, vino novello che
può essere assaggiato per la prima volta.
Da qui il simbolico detto che "a
San Martino ogni mosto diventa vino".
Oggi si continua la tradizione
rurale bevendo e godendo del lavoro delle stagioni passate nel nome del santo
che trasformò l’acqua e portò l’estate in pieno autunno.
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