"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 20 marzo 2016

La Domenica con Gesù, Domenica delle palme

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Il Signore Dio mi ha aperto l’ orecchio e io non ho opposto resistenza…Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi…” Is 50,4-7 .

”Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? “ Sal 21, 8-9.17-20.23-24. “…Gesù Cristo…Umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce…” Fil 2,6-11 . 

“…E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: Prendetelo e fatelo passare tra voi…Poi prese il pane…E lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me” Lc 22,14-23,56.

-“Quale Messia ? “. Troviamo gli ulivi all’ ingresso di Gerusalemme nelle mani delle persone, che accolgono Gesù e ritroviamo Gesù in mezzo agli ulivi nel Getsemani.

*La liturgia di questa domenica ci fa percorrere, insieme a Gesù, le sue ultime ore di vita terrena. Al suo arrivo a Gerusalemme, Gesù permette che lo accolgano come il Messia liberatore. Egli sceglie di fare tutto questo, per compiere le attese di Israele, che aspettava il Messia, che lo liberasse dal giogo dello straniero.

*Ciò che accadrà dopo, però, rivela come il tipo di Messia che Gesù sceglie è totalmente in contrasto con l’ immaginazione di coloro che lo attendevano. Gesù è il “servo” di Dio, non un dominatore, è colui che si “abbassa” fino a svutare sé stesso, per essere solidale con tutti. E’ un Messia “impotente” con la sola forza della dedizione, dell’ affidamento, del silenzio, dell’ accettazione del male innocente, del perdono incondizionato e della fiducia incrollabile nell’amore del Padre.

La “passione secondo Luca” riporta che durante l’ ultima cena era così impressa l’ attesa di un Messia potente e forte, che la discussione tra i discepoli riguarda chi tra loro fosse più grande !

-“Perdono e misericordia fino alla fine”. Le parole di Gesù in croce sono diventate uno dei percorsi, per meditare sulla passione.

*Nella “passione secondo Luca” sorprende, come anche in Giovanni, l’ “ultima parola di Gesù” sia: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Con questo gesto di affidamento totale il Figlio di Dio muore sulla croce.

*Tutta la scena della crocifissione è costruita dall’ evangelista dentro una cornice di perdono: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”: un gesto veramente impressionante, che esprime il totale annientamento della violenza subita con l’ unica arma dell’ accettazione: l’ offerta del perdono. E, in risposta alla derisione: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”, Gesù risponde ancora col perdono al ladrone: “Oggi come me sarai in paradiso”.

*Il regno del Padre di Gesù è un “regno di misericordia e perdono”. Il malfattore intuisce forse questa verità, quando dice: “Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno”.

-“Con quali occhi ? “. Mettere in evidenza alcuni sguardi, sui quali si sofferma il racconto evangelico, aiuta molto a “personalizzare” l’evento della croce. Ogni sguardo “racconta” un punto di vista particolare. Gli occhi di Pietro evidenziano la fatica della conversione e della fedeltà. Gli occhi di Pilato e di Erode “raccontano” i grovigli del potere e della giustizia. Gli occhi della folla “descrivono” l’opportunismo e la superficialità della manipolazione. E gli occhi degli apostoli ? Tra tutti questi volti, la “passione secondo Luca si sofferma anche sugli occhi di alcune donne. L’ultimo sguardo, sul quale si sofferma il narratore, è femminile. Infatti, Luca così dice: “Le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea, seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati” (Lc 23,55).

                                                                        Don Antonino Scarcione

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