"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 23 luglio 2016

La Domenica con Gesù, XVII del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “Il grido di Sodoma e di Gomorra è troppo grande…Voglio…Vedere se proprio hanno fatto il male…Davvero sterminerai il giusto e l’ empio? Forse sono 50 i giusti…45…40…30…20…10…Non la distruggerò per riguardo a quei 10”. Gen 18,20-32 .
 “Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede…” Col 2,12-14 .
“…Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno…Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” Lc 11,1-3.

-Le caratteristiche della preghiera. Non è superfluo considerare la preghiera come “esperienza comune a tutti gli essere viventi”, dotati di intelligenza e di libera volontà. Con il termine “preghiera”, dobbiamo, innanzitutto, intendere un “processo che registra tre fasi” e abbraccia: “l’ umano”, “il religioso” e “il mistico”. In altre parole, “il pregare” è rivendicato anche da non credenti e non praticanti, per i quali si tratta anzitutto di quell’ indagine interiore, che consente di cogliere le profonde vibrazioni del cuore.

Il rientro in sé è previo all’ apertura verso “l’ Oltre” e ne costituisce l’ indispensabile premessa. Qui, si colloca la dimensione “religiosa”, propriamente detta, ovvero quel “re-ligare” (=legare insieme), che unisce umano e dovino. A tal proposito, non bisogna dimenticare che l’ esperienza religiosa si presenta con caratteristiche “polari”, cioè, in maniera diretta o indiretta. Ciò consente di recuperare, in una visione generale, esperienze oranti, caratterizzate dal silenzio di fronte al mistero dell’ “Oltre”, come, ad esempio, accade in quelle asiatiche.

In fine, il “pregare”, poiché, per sua natura, richiede un incontro tra l’ umano e il divino, approderà all’ unione mistica, grazie al suo carattere trascendente e ineffabile. Tale unione implica un duplice carattere: “relazionale” o “fusionale”, in base alla percezione che si ha dell’ Altro, come un Tutto onnicomprensivo o un Partner in amore. Gli esempi, di cui comunemente ci si serve, rimandano, nel primo caso, alla goccia che si dissolve nell’ Oceano e, nel secondo, all’ incontro sponsale col Divino.

E’ opportuno, a questo punto, richiamare i tre aspetti specifici, che accompagnano la “preghiera”. Al primo stadio, la “meditazione” ,rientrare in sé, (med= ciò che sta in mezzo). In tal modo, comprendiamo, perché la pratica della “meditazione” è rivendicata da tutte le tradizioni religiose del mondo e ne costituisce il comune denominatore. Al secondo stadio, vi è l’”orazione”, il dialogo tra uomo-Dio. Al terzo stadio, regna il “silenzioso amore”, la “contemplazione”. Dire “silenzioso amore”, significa sottolineare che l’ approdo mistico implica una ricettività totale, da parte della creatura, che si traduce, come afferma Jacopone da Todi, in quell’”Alta nichilitate, il cui atto è tanto forte, che apre tutte le porte ed entra nell’ infinito”.

Ecco, quindi, le “caratteristiche della preghiera cristiana”. Più precisamente, la preghiera cristiana condivide l’ orazione nelle sue espressioni di base, comune a tutti gli esseri umani. Vi aggiunge, inoltre, una sua specificità. Il rientro in sé non ci chiude in un’ illusoria autosufficienza, come se la pratica spirituale consistesse nel “sé, che fa se stesso in sé stesso, da sé stesso”! I Padri della Chiesa dicono: “Se vogliamo scrutare le profondità di Dio, dobbiamo prima rivolgerci alle profondità del nostro spirito. Celebri le parole rivolte a chi chiedeva il dono dell’ orazione: “Sii tuo, e Io sarò tuo ! ".

Sappiamo, d’ altronde, che “Dio, che è più intimo del nostro intimo, è pure superiore a tutto ciò che ci sovrasta”. Di qui l’ apertura all’ Oltre, che acquista i connotati del dialogo trinitario. La preghiera cristiana, quindi, dà un nome a Dio e ne ravvisa quella triplice dimensione, che emerge a partire dalle parole “Padre, Figlio, Spirito Santo”.Ed è proprio il riferimento trinitario, che connota l’ esperienza mistica, che si presenta con caratteristiche sponsali.

La creatura umana entra nella dinamica trinitaria, che è una dinamica relazionale, vissuta come esperienza d’ amore.

                                                                Mons. Antonino Scarcione

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