"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 ottobre 2016

La Domenica con Gesù, XXIX del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk…” Es 17,8-13 . 
“Figlio mio, tu…Conosci le Sacre Scritture…Tutta la Sacra Scrittura…E’ anche utile, per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia…” 2 Tim 3,14-4,2 . 
“…Una parabola sulla necessità di pregare sempre…In una città viveva un giudice, che non temeva Dio…C’ era anche una vedova…Che gli diceva…Fammi giustizia contro il mio avversario…Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi…Ma il Figlio dell’ uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ? “. Lc 18,1-8.

In questa celebrazione, Gesù propone una parabola sulla necessità di pregare sempre. In verità, questo, ci appare un obiettivo impossibile da raggiungere. Ma il “sempre” non va confuso col “recitare preghiere” senza interruzione. 
Infatti, Gesù stesso ha detto: quando pregate, non moltiplicate le parole: perché pregare è come voler bene. Poiché, se ami qualcuno, lo ami sempre. 
Certamente, in questa pagina, Luca ci conduce in una “scuola di preghiera”: presso una vedova, una bella figura di donna, fragile e indomita. Ha subito ingiustizie, ma non abbassa la testa. In quella città vi era, altresì, un giudice corrotto. Notiamo che la vedova si recava, ogni giorno, da lui e chiedeva di farle giustizia contro il proprio avversario. 
Sappiamo bene che Gesù, in tutto il vangelo, ha una grande predilezione per le donne sole, gli orfani e i forestieri. In questo caso, si tratta di una donna, che non si lascia schiacciare dagli eventi e ci rivela che ella oppone un no, netto, alle avversità esistenziali. 
Ma perché pregare? E’ una domanda equivalente a quest’ altra: perché respirare? Ovviamente, per vivere. Proprio così: la preghiera è il respiro della fede. E’ come un canale, in cui scorre l’ ossigeno dell’ infinito, un collegare continuamente la terra al cielo.

Forse, tutti ci siamo, talvolta, stancati di pregare. Ma mi sono chiesto: Dio esaudisce le nostre preghiere ? Ecco, cosa risponde un grande credente, D.Bonheffer, morto in un lagher nazista, nella II Gerra Mondiale: “Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì, le sue promesse”. 
Di esse, il vangelo è pieno: “non vi lascio orfani”, “sarò con voi, tutti i giorni, fino alla fine del tempo”. 
Non si prega, per cambiare la volontà di Dio, ma il cuore dell’uomo. Non si prega per ottenere, ma per essere trasformati. Contemplando il Signore, veniamo trasformati nella sua stessa immagine (Cfr. 2 Cor 3,18). L’ uomo diventa ciò che contempla con gli occhi del cuore: diventa ciò che ama.

                                  Mons. Antonino Scarcione

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