"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 28 gennaio 2017

La Domenica con Gesù, IV del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Testi: “Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra… Cercate la giustizia… Cercate l’umiltà…”Sof 2,3; 3,12-13 . 

“…Non ci sono tra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molto potenti, né molto deboli…Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti…” I Cor 1, 26-31. 

“ Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli…” Mt 5,1-12a.

La pagina del vangelo di oggi fa riecheggiare, nelle nostre orecchie, la prima beatitudine: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Una delle povertà più vere, nella nostra società, è, certamente, la solitudine, che spesso può degenerare in individualismo. Siamo, talvolta, privi di una presenza amica, di una voce che ci dia speranza. Di un orecchio che ci ascolti attentamente e che si sforzi di capirci, di qualcuno che ci pensi con amore, che sia lì per noi.

-“Ricerca di un sano nutrimento”. Queste povertà creano in noi una “fame”, che spesso diventa voglia spasmodica di mangiare. Andiamo di albero in albero, prendiamo, “mordiamo”, gettiamo senza neanche aver finito di consumare. Andiamo incontro alle nostre “prede”, per fare illogiche stragi, lasciando spesso disordine e desolazione. Un’ analisi delle nostre povertà ci aiuterebbe ad identificare la nostra vera fame e orienterebbe la ricerca di nutrimento. Per il cristiano, non c’ è che Dio, che passa saziare la fame. In tal senso, le beatitudini invocano la povertà di spirito, come condizione esistenziale, perchè l’ uomo, povero tra poveri, faccia spazio dentro di sé a Dio e a tutte le creature.

Chi ci conforterà ? Il salmista, giustamente, gridava, alzando gli occhi al cielo: “Da dove mi verrà l’aiuto ?”. E, da uomo di fede, rispondeva: “ Il mio aiuto viene dal Signore”.

-“Il frutto della pace”. Questa è, paradossalmente, frutto di persecuzione, insulto, menzogna e male. A questo proposito, pensiamo a quanti si spendono per il bene e si impegnano a creare ponti tra culture differenti, distinte sensibilità religiose, tra strati sociali inaccessibili ed incompatibili tra loro. La promessa evangelica di letizia costituisce “il nord della bussola” della loro azione. “Non c’ è pace senza “giustizia” e non c’ è giustizia senza perdono” (Cfr.Giovanni Paolo II, Giornata Mondiale della Pace, 2002,n.15).

Se pensiamo al nostro paese, riscontriamo il volto o il nome di qualcuno, che fa della giustizia il proprio impegno quotidiano. Tra coloro che hanno segnato, col proprio nome, l’ opera per la giustizia e la legalità, ricordiamo il beato Giuseppe Puglisi, parroco del quartiere Brancaccio, ucciso dalla mafia, perché si impegnava ad annunciare il vangelo della giustizia alle giovanissime generazioni.

-“Ponti, non muri”. Tutti vivremo meglio, non costruendo muri, ma ponti. Papa Francesco ha ribadito, più volte, “i muri sono segni di un egoismo aggressivo”. Come attualizzare, allora, le parole, che Papa Francesco ha confidato ad un giornalista olandese: “ tutti hanno diritto al lavoro, alla casa ed alla terra” ?

Le beatitudini “parlano” di felicità, quella vera, che viene da Dio. L’ uomo post-moderno porta in sé il desiderio di felicità. Ma qual è la beatitudine desiderata ? Giovanni Paolo II, ai giovani, riuniti, per la veglia di preghiera, a Tor Vergata, così risponde: “In realtà, è Gesù che cercate, quando sognate la felicità “ ! (GMG 2000).

                         Mons. Antonino Scarcione

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