"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 26 gennaio 2017

Liberi consorzi ancora senza identità....

Non c’è pace per le ex province o liberi consorzi, che dir si voglia, senza una identità.  Il termine per le elezioni è slittato a dicembre, mentre prima si era deciso per luglio. 
L’Ars ha approvato il disegno di legge con 40 voti a favore, 14 contrari e 1 astenuto. Il disegno di legge rinvia le elezioni nei Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane, gli enti hanno solo cambiato il nome ma la struttura è rimasta uguale. 
Durante la seduta all’ Ars è  stato approvato un emendamento che dilaziona il termine al 31 dicembre per le elezioni. Quindi la patata bollente passa adesso alla prossima giunta regionale, visto che il mandato di Crocetta scade ad ottobre. 
Non poteva mancare il commento del Comitato per lo sviluppo dell’area di Gela: “Questa legislatura regionale passerà alla storia come la più incapace a produrre riforme. Nuovo rinvio per le elezioni dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane con le elezioni potranno tenersi tra una domenica compresa tra il 31 luglio ed il 31 dicembre 2017.
Analizzando le date, non ci vuole molto a capire che l’ARS è già proiettata alle prossime elezioni regionali, l’indomani del 31 luglio è il 1° di agosto, mese tradizionalmente legato alle vacanze estive, considerato che negli anni precedenti i deputati regionali prima del 15 settembre non sono operativi, e visto che ottobre è il mese in cui dovrebbero svolgersi le elezioni regionali, quindi tra insediamento e varie, sembra scontato che questa riforma non vedrà l’applicazione prima del 2018, con buona pace di tutti. È uno scandalo senza precedenti, è semplicemente ingiustificabile un comportamento simile da parte dei rappresentanti dei cittadini, eppure nulla più scandalizza i siciliani, siamo oramai assuefatti alla mala gestione della cosa pubblica che nulla più ci sconcerta.
Come se non bastasse, a questo scandalo se ne aggiunge, in quanto immediatamente e direttamente collegato, un altro scandalo ancor più grande: e cioè, le variazioni territoriali.
L’intera (pseudo) riforma, infatti, è stata gestita solo politicamente, lasciando i cittadini in balia delle decisioni assembleari nel caos più totale. Sono nate le Città Metropolitane, costituite dai Liberi Consorzi che null’altro sono se non le ex province di Palermo, Catania e Messina, le quali cambiano solamente denominazione.
I Liberi Consorzi esistevano già prima, dal 1986, sotto l’egida di “province regionali“. “Liberi” lo sono solo a parole, giacché nei fatti sono coatti. L’unica vera novità di questa riforma, sono le variazioni  territoriali, che i comitati promotori, che lavorano da oltre 11 anni all’iniziativa,  hanno “strappato con i denti” ad una Assemblea protesa alla salvaguardia dei giardini elettorali. 
Due passaggi consiliari e un referendum per comune, le prove da sostenere, non come in una gara sportiva dove stabilite le regole,  chi vince viene premiato, ma come una sporca lotta senza regole, dove chi cerca di raggiungere l’obiettivo ha tutti contro, compresi i giudici di gara. Nonostante tutto, centrato in pieno l’obiettivo… dobbiamo ancora attendere l’approvazione dei DDL che l’ARS si è rifiutato di esaminare e continua vigliaccamente a farlo.
L’unica novità dicevamo, perché è l’unica parte della riforma dove il popolo aggiunge la sua firma, dove l’apice di una democrazia è caratterizzata dall’ascolto della voce del popolo. Ma in Sicilia, forse a causa di millenni di dominazioni, il popolo è soltanto oggetto del contendere e non parte dominante del cambiamento. Cambiamento che non può avvenire se non si ascolta il popolo.
Noi siamo i cittadini di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea, capaci di “sfidare” il volere delle aspiranti divinità e pretendenti sovrani che siedono a Palermo, il popolo di queste quattro cittadine che è riuscito ad uscire dalle logiche di potere, ad urlare la violenza che giornalmente subiscono a causa di promesse non mantenute, pronti a dare battaglia, anche legale, a questa regione che, come in una monarchia, ci considera sudditi.
Mediteremo certamente sul da farsi, ma possiamo sin d’ora annunciare che non rinunceremo mai a ciò che i nostri concittadini hanno fortemente scelto. Se tocca a noi cittadini ripristinare la legalità in Sicilia, siamo pronti a farlo. I nostri avi hanno lottato per gli ideali e la libertà,  non permetteremo a poche decine di siciliani di tradire le attese del popolo.

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