martedì 12 marzo 2019
Il Carnevale piazzese e la polemica sterile sulla bandiera...
Negli ultimi anni Piazza Armerina si è trasformata
nella città delle polemiche, dove ognuno vuole un Cristo al proprio comando, e
se qualcuno si convince di una pseudo ragione, giù con le critiche.
Il Comitato nobile quartiere Monte Mira, quest’anno ha partecipato,
organizzando un gruppo in maschera al carnevale Piazzese, coinvolgendo, ma di
questo nessuno ne parla, anche i giovani ragazzi migranti presenti nella
struttura Sprar dell’Ostello del Borgo, gestito dall’Associazione don Bosco 2000.
Qualcuno su Facebook ha insinuato che non dovevamo sfoggiare la
bandiera del nobile quartiere Monte Mira per il carnevale, assoggettando
l’accaduto alla polemica nata dopo la partecipazione di un gruppo che partecipa
al Palio dei Normanni al carnevale del comune di Mirabella Imbaccari.
E allora per puntualizzare che la bandiera
rappresenta l'identità del quartiere, il Palio con i propri costumi storici, è
altra cosa.
A chi ha scritto: …al carnevale poi ci portate la
bandiera del quartiere?...., noi rispondiamo: una comunità ha bisogno anche dei suoi simboli.
E allora, per non andare lontano, la nostra nazione,
l'Italia, non dovrebbe adoperare il Tricolore per le partite di calcio, per gli
sport in genere, o per altre manifestazioni, poiché essendo che ha
rappresentato l’Italia sin dai moti risorgimentali ed è stata usata nel corso
della Prima e Seconda guerra mondiale e per quell’identità nazionale che
rappresenta sono morti milioni di Italiani, questa per eventi goliardici e
simili non dovrebbe minimamente sfoggiare.
La bandiera rappresenta l'identità di una nazione,
di un popolo che ad essa si stringe nella buona come nella cattiva sorte, così la
bandiera del quartiere con il caratteristico colore giallo, listato di bianco e
nero, con lo stemma araldico dell'Aquila rappresenta l'identità di un
territorio di migliaia di quartieranti, quelli del nobile quartiere Monte Mira.
Come dicevamo in premessa a Piazza Armerina piace, e forse
ultimamente è di moda, innescare polemiche sterili fatte di getto senza pensare,
e guarda caso l’enfasi con la quale si vuole creare un caso “politico” non
corrisponda la stessa enfasi per il coinvolgimento di oltre 30 persone adulte e
dei ragazzi, i rifugiati politici, ospiti dello Sprar di Piazza Armerina.
E allora ci torna in mente il grande Umberto Eco, che affermava che «I social media danno
diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo
un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi
a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È
l'invasione degli imbecilli».
Filippo
Rausa
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