"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 23 marzo 2019

La Domenica con Gesù, III^ di Quaresima / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il roveto ardeva per il fuoco, ma…Non si consumava…Io sono il Dio di tuo Padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe…” Es 3,1-8. 13-15 . 
“…Tutti… Bevevano…Da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo…” I Cor 10,1-6.10-12 . 
“…Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo…Taglialo…Ma quello gli rispose…Lascialo…Finchè gli avrò…messo il concime. Vedremo se porterà frutti…Se no, lo taglierai”.

Nella III Settimana di Quaresima, la liturgia ci invita a meditare sulla relazione tra Dio e l’ uomo. Vediamo che l’ uomo è invitato a saper “leggere i segni dei tempi”. Al credente viene richiesto di non fermarsi a guardare alle apparenze, bensì a saper leggere in profondità gli eventi.

Gesù parla alla folla e fa riferimento al tema della morte incomprensibile e violenta, ponendolo in rapporto con la necessità della conversione. Infatti, vengono narrati due episodi di cronaca: il primo, l’ uccisione di alcuni pellegrini, da parte del governatore Pilato, perché considerati rivoltosi; il secondo, si riferisce al crollo accidentale della torre di Siloe su diciotto persone, che muoiono schiacciate. Si tratta di morti tragiche, assurde e premature, proprio come quelle che, anche ai nostri giorni, riempiono le cronache.

Da sempre, la morte, specialmente quella causata dalla violenza degli uomini, da fenomeni naturali o da casualità, risulta essere incomprensibile per l’uomo. Conseguentemente, la spiegazione viene trovata, erroneamente, in un’ immagine giustizialista di Dio che garantisce la vita a chi gli obbedisce (Cfr. Deuteronomio 30,19-20).

L’ obiettivo di Gesù è quello di smontare questa mentalità, priva di fondamento. Quasi che Dio stia in attesa di vendicarsi contro l’ uomo. Pur tuttavia, l’uomo, che non si converte, si autocondanna ad una morte eterna e al rifiuto della salvezza.

Gesù non spiega il mistero del male nel mondo, ma con forza richiama l’ uomo a cambiare direzione, ad uscire da una mentalità di tipo retributivo. Un importante studioso, Louf, afferma: “Se interpretiamo gli interventi di Dio come espressione della sua collera, significa che non abbiamo ancora sperimentato l’ amore di Dio, la sua sconvolgente tenerezza” ( A.Louf, “Sotto la guida dello Spirito” Ed. Qiqaion , 1990,p.13 ). Ecco, quindi, che ad essere bisognosi di conversione non sono soltanto i peccatori, ma soprattutto coloro che si ritengono giusti e puntano alla salvezza con una mentalità meritocratica.

Per questo è necessario che ogni uomo si dia un tempo di conversione. Perché la conversione è sempre una questione di tempo: l’ uomo ha bisogno di tempo e anche Dio vuole avere bisogno di tempo con noi. L’ immagine del fico indica spesso Israele: il popolo è come un albero che non dà frutti e su di esso si abbatte la scure alle radici. Dio concede all’ uomo tutto il tempo di cui ha bisogno, per convertirsi.

                                                               Mons. Antonino Scarcione

Nessun commento: