"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 5 ottobre 2019

La Domenica con Gesù, XXVII del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti…? Perché mi fai vedere l’ iniquità e resti spettatore dell’ oppressione ?...” Ab 1,2-3;2,2-4 . “Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’ imposizione delle mie mani…Soffri con me per il vangelo…” 2 Tim 1,6-8, 13-14 . 
“…Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe…Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” Lc 17,5-10.


Valorizziamo la meditazione dello studioso E. Ronchi. Egli afferma: la richiesta degli apostoli, “accresci la nostra fede”, si comprende meglio, leggendo il versetto precedente del vangelo odierno: “Se tuo fratello commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte al giorno ritornerà a te dicendo: “sono pentito”, non semplicemente, “scusa” (sarebbe troppo comodo), ma: mi converto…”, allora tu gli darai fiducia, gli darai un credito immeritato, come fa Dio con te; questo è il vero perdono, quello capace di non guardare a ieri, ma al domani: che non libera il passato, libera, bensì, il futuro della persona.

Vediamo che gli apostoli temono di non farcela, ecco il motivo per cui chiedono: “Signore, aumenta la nostra fede”. Ma questa è una preghiera che Gesù non esaudisce. Perché la fede implica la nostra risposta ai doni di Dio, al suo “corteggiamento” mite e disarmato. Invece, le parole del Signore suonano così: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dir a questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare ed esso vi obbedirebbe”. A questo punto, ecco l’ arte di Gesù, il perfetto comunicatore, la potenza e la bellezza della sua immaginazione: alberi che obbediscono, gelsi che vanno a piantarsi sul mare ! Appare particolarmente efficace il poeta, J. Twardowski, quando afferma: “Anche il più gran santo / è trasportato come un fuscello / dalla formica della fede“ .

Tutti abbiamo visto genitori feriti, missionari coraggiosi, giovani volontari felici e inermi.

La seconda parte della pagina del vangelo immagina una scena tra padrone e servi, conclusa dalle famose parole di Gesù: “quando avete fatto tutto, dite, siamo servi inutili “. Inutile significa che non serve a niente, che non produce. Ma il senso dell’ espressione, in realtà, è questo: quei servi non sono né incapaci nè improduttivi; infatti, essi arano, pascolano, preparano da mangiare. Ciò significa: siamo servi senza pretese, senza rivendicazioni, senza secondi fini. Il Signore ci chiama a scegliere, in un mondo che parla il linguaggio del profitto, di parlare la lingua del dono; in un mondo che percorre la strada della guerra, di prendere la mulattiera della pace. 

                                                                        Mons. Antonino Scarcione

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