"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 14 marzo 2020

La Domenica con Gesù, III^ DI QUARESIMA / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Perché ci hai fatto salire dall’ Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame ? …Il Signore disse a Mosè…Prendi in mano il bastone …Batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà…” Es 17,3-7 . 

“…A stento qualcuno è disposto a morire per un giusto…Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi…” Rm 5,1-2.5-8 . 

“…Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: Dammi da bere…La donna samaritana gli dice: come mai, tu che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana ? …Gesù le rispose: Se tu conoscessi…Chi è colui che ti dice: Dammi da bere…Egli ti avrebbe dato acqua viva…Signore, gli dice la donna, dammi quest’ acqua…” Gv 4,5-42.

Il vangelo di questa domenica è la storia di un incontro, al pozzo di Sicar, tra due persone, molto lontane tra loro. Cosa possono avere, in comune, un uomo, che viene da Nazaret e porta un “lieto annuncio” e una donna dalla vita alquanto tumultuosa ? Che dialogo ci può essere tra un ebreo, educato secondo la tradizione dei padri, ed una samaritana, per molti aspetti, estranea ai luoghi e alle parole in cui si manifesta la fede di Israele ? A separarli sono, certamente, la loro storia personale e la ruggine esistente tra i rispettivi popoli.

Eppure, accade l’ imprevedibile e la samaritana riconosce che colui che le sta davanti è il salvatore !

Il vangelo di oggi, proprio per questo, riguarda ognuno di noi. Perché rappresenta la storia del nostro incontro con Cristo. Anche a noi è accaduto, un giorno, di fermarci, simbolicamente, al pozzo di Sicar, luogo abituale della nostra esistenza, legato alle nostre necessità. E, lì, abbiamo incontrato Qualcuno che, all’ apparenza, sembrava più uno che attendeva aiuto, anzicchè uno in grado di fornirlo. Eppure, proprio da lì, dalle sue parole, qualcosa si è destato nel nostro animo.

Ascoltandolo, abbiamo avvertito un desiderio, che non coincideva con i desideri di sempre: non l’ acqua dei pozzi, soggetti alle calamità e all’ inquinamento, ma un’ acqua diversa, “acqua viva”, capace di colmare la sete della vita: amore, tenerezza e misericordia,

Ascoltandolo, ci siamo sentiti leggere dentro. Abbiamo provato un senso di liberazione. Forse perché le parole, che scavavano dentro di noi, non recavano la durezza del giudice, ma la delicatezza e la compassione di chi ci ama veramente.

Ovviamente, sono venuti fuori, come dice lo studioso R. Laurita, anche i nostri dubbi, gli interrogativi, le questioni pretestuose e quelle vere. Lui ci ha insegnato a discernere le cose autentiche e ad andare all’ essenziale.

                                    Mons. Antonino Scarcione



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