"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 18 ottobre 2020

La Domenica con Gesù, XXIX del Tempo Ordinario / A

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“…Io sono il Signore e non c’ è alcun altro, fuori di me non c’ è dio…” . Is 45,1.4-6 . 
“Paolo e Silvano e Timoteo alla Chiesa dei Tessalonicesi…Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere…” 1 Ts 1,1-5b . “…I farisei…tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi…:E’ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare ? Ma Gesù…rispose: ipocriti…Mostratemi la moneta del tributo…Gli presentarono un denaro. Egli domandò: questa immagine e l’ iscrizione, di chi sono ?...Risposero: di Cessare. Allora disse loro: Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” Mt 22,15-21.

(La recente celebrazione della Giornata Mondiale della Cura del Creato agevola le suggestioni proposte da Ermes Ronchi sul vangelo di questa Domenica). Ecco una domanda cattiva fatta a Gesù: è lecito, o no, pagare le tasse a Roma, la capitale dell’ Impero Romano, da cui dipende la Palestina ? Quelli che parlano sono partigiani di Erode, un fantoccio di Roma, insieme ai farisei, i “puri” e duri, che sognano un governo teocratico. Non si sopportano tra loro, ma in questo momento sono alleati contro un nemico comune, Gesù, un giovane predicatore, di cui temono le idee. La loro trappola è ben studiata: scegli: o con noi o contro di noi ! Bisogna pagare, o no, le tasse all’ Impero Romano ? Gesù risponde, cambiando le loro prospettive. 1) Sostituisce il verbo “pagare” col verbo “restituire” e dice: restituite a Cesare ciò che è di Cesare. Cioè, ridate a Cesare e a Dio, alla società e alla famiglia, agli altri e alla “casa comune”, qualcosa in cambio di ciò che avete ricevuto. Esatto, noi tutti siamo “impigliati” in un tessuto di doni. Viviamo del dono di “un’ ospitalità cosmica”. Ad esempio, “Il debito di esistere” e “il debito di vivere” si pagano, soltanto, restituendo molto alla vita.

Rendete a Cesare. Ma chi è Cesare ? Lo Stato, il potere politico (con il suo Panteon di facce note e poco amate ? ). No, Cesare indica molto di più. Come dice E. Ronchi, “il vero nome di Cesare, oggi, è non solo la società, ma il bene comune: terra e poveri, aria e acqua, clima e creature, unica arca di Noè, su cui tutti ci troviamo. E non ce n’è un’ altra di riserva. Abbiamo ricevuto molto, ora non deprediamo, non avveleniamo, non mutiliamo la madre terra, ma prendiamocene cura.

Il secondo cambio di prospettiva: Cesare non è Dio ( i Romani offrivano l’ incenso alla divinità dell’ imperatore). Gesù toglie a Cesare ogni pretesa divina. Restituiamo, quindi, a Dio quello che è di Dio. Cioè, l’ uomo, fatto di poco inferiore agli angeli (cfr. Salmo 44). Prendiamo coscienza che sulla nostra mano portiamo inciso: io appartengo al Signore (Cfr. Isaia 44,5). Sono come parole di un decreto, che sancisce la nostra libertà: Io non appartengo a nessun potere. Su ogni potere umano c’ è l’ordine perentorio di “non mettere le mani sull’ uomo”. L’ uomo non dev’ essere violato, umiliato, abusato. Cosa restituirò a Dio ? La triplice cura: di me, del mondo e degli altri ed, inoltre, lo stupore, che, cioè, tutto è “un dono di luce, avvolto in bende di luce” (Rab, ia).

                                            Mons. Antonino Scarcione

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