"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 11 ottobre 2020

La Domenica con Gesù, XXVIII del Tempo Ordinario / A

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande,…di vini eccellenti, di cibi succulenti…Eliminerà la morte…asciugherà le lacrime…” Is 25,6-10a . “Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’ abbondanza…Tutto posso in colui che mi dà la forza…” Fil 4,12-14.19-20 . 
“…Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio…Mandò a chiamare gli invitati…ma questi non volevano venire…E andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari…altri…presero i servi, li insultarono e li uccisero…” Mt 22,1-14.

Festa grande: si sposa il figlio del re. Stranamente, però, gli invitati cominciano ad accampare varie scuse: hanno degli impegni, affari da concludere…Non hanno tempo per cose di “poco conto” ! . “L’ idolo della quantità, come afferma Ermes Ronchi, ha chiesto che gli fosse sacrificata la qualità della vita” .

Vediamo che il centro della parabola è proprio questo: Dio è come uno che organizza una festa, invita gli uomini e “mette sul piatto le condizioni per una vita buona, bella e gioiosa”. Il Vangelo è l’ affermazione che “la vita è una ricerca della felicità e Gesù ne possiede la chiave”.

Ma nessuno viene alla festa: la sala è vuota. Il re, quindi, invita i
servitori quasi a “certificare il fallimento del primo invito” e poi a cercare altri invitati nelle periferie. Uomini e donne di nessuna importanza. E’ sufficiente che abbiano fame di vita e di festa. Se i cuori degli invitati “si chiudono”, il Signore apre incontri altrove: inviterà, infatti, al banchetto altri affamati. I servi hanno un ordine preciso: quello di chiamare alle nozze tutti quelli che incontrano, senza badare a meriti o a formalità. E’ davvero bello questo Dio, che quando è rifiutato, dice: chiamate tutti. Egli apre, “gioca al rilancio”. E dalle persone importanti della città passa agli ultimi. Ribadisce ancora: fateli entrare tutti, cattivi e buoni. Ora la sala è piena. E quando scende tra i commensali, emerge l’ immagine di “un Dio con noi”, che entra nel bel mezzo della vita. Noi lo pensiamo lontano. Invece, è nel mondo, come uno, a cui sta a cuore la nostra gioia e si prende cura dell’ uomo.

Adesso, spicca un altro aspetto della parabola. Un invitato senza abito da nozze. E viene buttato fuori. Ma come, aveva fatto invitare mendicanti e straccioni e ora si meraviglia che un tale non abbia il vestito consono ? Proprio così. Perché l’ abito nuziale non è quello che si indossa sulla pelle, è un “vestito, che si porta dentro di sé, nel cuore”. E’ un cuore, che sogna la festa della vita, che desidera credere, “perché credere è una festa”.

Anch’ io, dice il teologo, sono quello che sono, ho l’ abito un po’ rattoppato. Ma il cuore, no. Perché il mio cuore desidera che tornino subito la gioia e la festa nelle case. Mi sento come un mendicante di cielo. 

                                     Mons. Antonino Scarcione

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