"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 14 febbraio 2022

LA DOMENICA CON GESU', VI DEL Tempo Ordinario / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Maledetto l’ uomo che confida nell’ uomo…Sarà come un tamerisco nella steppa…Benedetto l’ uomo che confida nel Signore…E’ come un albero piantato lungo un corso d’ acqua…” Ger 17,5-8 . 
“…Se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è resurrezione dai morti ?…” I Cor 15,12.16-20 . 
“…Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio…Ma guai a voi ricchi, perché avete già ricevuto la vostra ricompensa…Lc 6,17.20-26.

“OGGI LA LITURGIA CI PROPONE LA BETITUDINE CHE CONSEGUE AL “SI’” DETTO A DIO; MA, ONESTAMENTE, CI VENGONO PURE INDICATI I NODI CHE VENGONO AL PETTINE. COSI’ LE BEATITUDINI DI LUCA SI ACCOMPAGNANO AI GUAI, CHE DISPIACE SEMPRE ANNUNCIARE, MA CHE, PER ONESTA’ E AMORE DI VERITA’, NON SI POSSONO E NON SI DEVONO TACERE”.

Come suggerisce lo studioso Samuele Riva, che seguiamo nel suo commento, la tradizione cristiana annuncia, con garbo, in un motto programmatico: “Ubi Christus, ibi Paradisus !”E’, ovviamente, sottinteso che l’ assenza di Cristo è l’ inferno. Tale convinzione è già nel profeta Geremia e nel Salmo 1: essi denunciano la scelta, insensata, dell’ uomo di ogni tempo, di riabbracciare la schiavitù, dopo esserne stato liberato da Dio. E dichiarano: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”.

Parole dure, che lasciano intravedere come, nonostante tutto, Dio parla al cuore del suo popolo, offrendogli nuove occasioni di ravvedersi, purché getti alle spalle l’ idolatria, per abbracciare l’ unico Dio vivo e vero.

“Le beatitudini” e “i guai” sono come una sorta di “summa”(regola d’ oro) del credente. Le beatitudini raccontano l’ amore che Dio elargisce e che l’ uomo accoglie e riversa sul prossimo. Sì, perché il comportamento del credente si delinea unicamente sul famoso insegnamento: “Ama et fac quod vis !” . “Ama e fai ciò che vuoi ! ” (S. Agostino). L’ amore comporta la regola della coerenza e della fedeltà tra quanto si crede e quanto si vive.

La decisione di Dio a favore di chi si fa povero, affamato, piangente, perseguitato e confida in lui, è irreversibile ed è testimoniata da tutta la storia della salvezza. Questo vale persino per la persecuzione, di cui sia Geremia, sia Gesù, sono stati autentici esperti.

Contrapposti, addirittura antitetici, alle quattro beatitudini sono i quattro guai, che al buon senso comune potrebbero apparire esagerati. La folla di Luca è sicuramente maggiore di quella di Matteo. Il guaio non consiste nell’ essere affamati o afflitti o perseguitati, soltanto “propter nomen” (per il nome di Cristo), quanto, piuttosto, nell’ abbondanza sfacciata e consumistica, di cui il ricco epulone della parabola del povero Lazzaro è “testimone” eloquente.

Certamente fanno riflettere molto queste “bordate”, che demoliscono false certezze, inganni, ipocrisie, luoghi comuni, bisogni creati ad arte e indotti.

Quanto deve misurarsi la Chiesa sul famoso “loghion” (=detto) del Signore: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i falsi profeti“. Una porzione consistente di Chiesa sembra essere a caccia di consensi, preoccupata di assecondare le mode culturali, per avere un minimo spazio in qualche salotto buono.

Diffidare di un facile applauso e di un interessato elogio, sono tratti costitutivi del nostro essere discepoli. In altre parole, fedeltà amorosa a colui che ha dato la vita per noi e per la nostra salvezza.

                                   Mons. Antonio Scarcione

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