"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 27 febbraio 2022

LA DOMENICA CON GESU', VIII DEL Tempo Ordinario / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quando un uomo discute, ne appaiono i difetti…Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini” Sir 27,4-7 (NV 27,5-8) .
“Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’ incorruttibilità e questo corpo mortale d’ immortalità, si compirà la parola della Scrittura…” I Cor 15,54-58 . 
“…Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio ?...” Lc 6,39-45.

NON E’ FACILE CORREGGERE IL FRATELLO CHE SBAGLIA. POSSIAMO FARLO SOLO APPELLANDOCI AL MODELLO PER ECCELLENZA: CRISTO.

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio di tuo fratello ? Come afferma E. Ronchi, che seguiamo nella breve riflessione, “notiamo la precisione del verbo: perché “guardi” e non semplicemente “vedi”; perchè osservi la pagliuzza(=una sciocchezza), anzichè la luce di quell’ occhio ? Insomma, un piacere maligno, siamo, talvolta, in cerca del punto debole dell’ altro, i suoi difetti. Il motivo c’ è: chi non vuole bene a sé stesso, vede solo del male attorno a sé. Chi non sta bene con sé, sta male anche con gli altri.

Invece, chi è riconciliato con il suo io profondo, guarda l’ altro con uno sguardo benedicente.

“Dio guardò e vide che tutto era cosa molto buona” (Gen 1,31). Il Dio biblico è un Dio felice, che vede il bene e lo emana, perché il suo occhio buono è come una lampada. Un occhio cattivo, invece, emana oscurità e moltiplica pagliuzze.

“Non c’ è albero buono che faccia frutti cattivi”. La morale evangelica è un’ etica della fecondità e di frutti buoni. Dio non cerca alberi senza difetti, con nessun ramo bucato dal picchio o da un insetto.

L’ albero giunto a perfezione non è quello senza difetti, ma quello piegato dal peso di tanti frutti buoni. Così, nell’ ultimo giorno, lo sguardo del Signore si poserà sul bene e sui frutti: spighe e pane, grappoli, sorrisi e lacrime asciugate. La legge della vita è quella del dare. Gli alberi non crescono per sé stessi, per riprodursi: alla quercia e al castagno basterebbe produrre una ghianda, un riccio. Invece, ad ogni autunno offrono lo spettacolo di un’ enorme quantità di frutti. E’ vita a servizio degli uccelli, degli insetti e dei figli dell’ uomo.

Le leggi della realtà fisica e quelle dello spirito coincidono. Anche la persona, per star bene, deve dare: deve farlo il figlio, il marito, la moglie, la mamma con il suo bambino, l’ anziano con i suoi ricordi.

Ed, infine, “ogni uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore”. Noi tutti abbiamo un tesoro, è il cuore: da coltivare come un Eden, da spendere come un pane da custodire, perché è la fonte della vita. Allora, non siamo avari del nostro cuore. Doniamolo.

                                   Mons. Antonio Scarcione

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