sabato 5 febbraio 2022
LA DOMENICA CON GESU', V DEL Tempo Ordinario / C
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Io vidi il Signore seduto su un trono…E dissi:…Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono…Allora uno dei serafini…mi toccò la bocca e disse…questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa…Poi io udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò…? E io risposi: eccomi, manda me ! “ Is 6,1-2a.3-8 .
“Vi proclamo il Vangelo…A voi…ho trasmesso…quello che anch’ io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati…fu sepolto ed…è risorto il terzo giorno…” I Cor 15,1-11 .
“…Gesù…presso il lago di Gennesaret, vide due barche…Salì in una…e insegnava alle folle…Disse a Simone: prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca…Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti…e presero una quantità enorme di pesci…” Lc 5,1-11.
“LA STORIA DI GESU’ COMINCIA PROPRIO DALLE RETI VUOTE E DALLE BARCHE TIRATE IN SECCO. LINGUAGGIO UNIVERSALE E IMMAGINI SEMPLICISSIME. NON DAL TEMPIO, MA DA UNA BARCA A CAFARNAO. NON DAL SANTUARIO, MA DA UN ANGOLO UMANISSIMO E LAICO. DA UN MOMENTO DI CRISI. IL SIGNORE CI INCONTRA E CI SCEGLIE, COME HA FATTO CON I PRIMI QUETTRO: SIMONE, ANDREA, GIACOMO E GIOVANNI”.
Facciamo tesoro della riflessione dello studioso, Ermes Ronchi. Egli afferma: se uno ha vissuto, ha certamente sperimentato delle ferite, delle debolezze e delle crisi. Proprio in quel contesto di fragilità ci raggiunge la voce del Maestro, che risuonò alle orecchie di Pietro, in questi termini: Pietro, “disubbidisci alle reti vuote, ubbidisci a un sogno”. Certo, il futuro capo degli apostoli aveva già detto a Gesù: “Allontanati da me, perché sono un peccatore”. Ma il Signore non se n’ è andato. Anzi, ebbe una reazione bellissima. Gesù, il grande Pescatore, non confermò le parole di Pietro. Non lo giudicò, né lo assolse. Idealmente, lo condusse, invece, su un altro piano: “Ti farò diventare pescatore di uomini”. Infatti, Gesù solleva l’ uomo e gli dà fiducia. E, così, la vita riparte. Quando parla a Pietro, in realtà, è a me che parla. Nessuno è senza un talento, senza una barchetta, una zattera, un guscio di noce. E Gesù sale sulla barca della mia vita, che, quando è in alto mare oscilla, pericolosamente, e mi prega di ripartire con quel poco che ho e con quel poco che so fare. E il miracolo non sta nella pesca straordinaria, nelle barche abbandonate sulla riva, ancora cariche del loro tesoro. Il miracolo è Gesù stesso, che non si lascia impressionare dai miei difetti, non ha paura del mio peccato e vuole invece salire sulla ma barca. Ed i quattro, abbandonato tutto, lo seguirono.
Ci chiediamo, che cosa mancasse ai discepoli, per essere stati convinti a lasciare barche e reti, e andare dietro al giovane Rabbì(=Maestro) dalle folgoranti parole?
Avevano il lavoro, la piccola azienda di pesca, una famiglia, la salute, il Libro del buon ebreo e la sinagoga. Tutto il necessario per vivere. Mancava loro, soltanto, un sogno. Gesù è il custode dei sogni dell’ umanità. Egli offre il sogno di cieli nuovi e terra nuova, il cromosoma divino nel nostro Dna, fratelli tutti, una vita indistruttibile e felice.
Mons. Antonio Scarcione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento