"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 18 marzo 2023

La Domenica con Gesù, IV di Quaresima/A

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeteva a Iesse: Il Signore non ha scelto nessuno di questi…Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto…Disse il Signore: Alzati e ungilo: E’ lui…” 1 Sam 16,1b.4.6-7.10-13 . 
“ Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete figli della luce…” Ef 5,8-14 . 
“…Spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: va’ a lavarti nella piscina di Siloe…Si lavò e tornò che ci vedeva…” Gv 9,1-41

“DOMENICA SCORSA GESU’ APPARIVA COME L’ ACQUA VIVA, IN GRADO DI SPEGNERE LA NOSTRA SETE PIU’ PROFONDA. ORA EGLI SI RIVELA COME LUCE DEL MONDO, DAVANTI ALLA QUALE OGNUNO DI NOI DEVE NECESSARIAMENTE PRENDERE POSIZIONE. ANCORA UNA VOLTA, L’ ELEMENTO SIMBOLICO ( LUCE) E QUELLO NARRATIVO (STORIA DELLA GUARIGIONE DEL CIECO NATO ) CONCORRONO A FARCI RIPERCORRERE IL NOSTRO ITINERARIO BATTESIMALE”.

Un cieco nato. Povero, che possiede soltanto sé stesso. La prima domanda: Perché è cieco ? Chi ha peccato? Lui o i suoi genitori ? Gesù ci allontana subito dall’idea che il peccato sia la spiegazione del male, la chiave di volta della religione. La Bibbia non dà risposte al perché del male innocente. Lo cercheremmo invano. Neppure Gesù lo spiega. Lui libera dal male, si commuove, tocca, abbraccia, fa rialzare. Il dolore più che spiegazione vuole condivisione.

Gesù spalma un po’ di fango sulle palpebre del cieco, lo manda alla piscina di Siloe. Egli torna che ci vede. Nella nostra lingua, partorire si dice anche “dare alla luce”. Il filo del racconto è costituito dalla seconda domanda, ripetuta ben sette volte: Come ti si sono aperti gli occhi ? Tutti vogliono sapere quel “come” ? “Come” ci si impadronisce del segreto di occhi nuovi e migliori ?. Lo sappiamo bene: basta una lacrima e non ci si vede più.

Quanti occhi acuti abbiamo visto spegnersi: basta una semplice lacrima e si sono annebbiati gli orizzonti. Di fronte alla gioia dell’ uomo “dato alla luce”, che vede il sole, il blu del cielo e gli occhi di sua madre, gli alberi, se potessero, danzerebbero, i fiumi batterebbero le mani, come dice il salmista. Ma i farisei no. Essi non vedono il cielo illuminato, bensì, un articolo violato ! : niente miracoli di sabato. Non si salvano vite, oggi. C’ è il riposo. Avete sette giorni per farvi guarire: non venite di sabato ! Di sabato, Dio vuole ciechi ! Che religione è mai quella dei farisei, che non guarda al bene dell’ uomo, ma parla solo di sé stessa, a sé stessa ? (E. Ronchi ). “Una fede, che non si interessi dell’ umano, non merita che ad essa ci dedichiamo” ( D. Bonhoeffer ). In questa pagina c’ è un’ infinita tristezza. I farisei mettono Dio contro l’ uomo: questo è il peggior dramma che possa capitare alla nostra fede, a tutte le fedi: mostrano che è possibile essere credenti, senza essere buoni. Invece no, gloria di Dio non è il sabato osservato, ma un mendicante che si alza, che ritorna a vita piena, ”un uomo finalmente promosso a uomo” (P. Mazolari ).

Come il cieco guarito, ritorniamo ad avere occhi di bambini, di figli amati. Occhi grati e fiduciosi, occhi che ridono o piangono con chi sta loro davanti, contagiati di cielo.

                                             Mons. Antonio Scarcione

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