"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 5 marzo 2023

La Domenica con Gesù, II di Quaresima

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Signore disse ad Abramo: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò…Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno, maledirò…” Gen 12,1-4a .

“Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il vangelo. Egli…ci ha salvati…non…in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia…con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù…Egli ha vinto la morte…” 2 Tm 1,8b-10 . 

“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…e li condusse…su un alto monte. …Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce…Apparvero…Mosè ed Elia…Pietro disse: …E’ bello per noi essere qui ! …Farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. Una nube luminosa li coprì con la sua ombra…Una voce…diceva: Questi è il Figlio mio, l’ amato…Ascoltatelo…I discepoli…furono presi da grande timore…Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò…Non parlate a nessuno di questa visione prima che il Figlio dell’ uomo non sia risuscitato dai morti” Mt 17,1-9.

“LA VOCAZIONE NASCE DALL’ ASCOLTO. L’ ASCOLTO DELLA VOCE DI DIO E’ IL TEMA CENTRALE DI QUESTA DOMENICA. ABRAMO RICEVE IL COMANDO DI ABB ANDONARE LA SUA TERRA PER DIRIGERSI VERSO UN LUOGO CHE NON CONOSCE. PAOLO RICORDA A TIMOTEO CHE LA CONDIZIONE DEI CRISTIANI E’ QUELLA DI ESSERE STATI CHIAMATI FIN DALL’ ETERNITA’ A FARE PARTE DI UN PROGETTO. IL VANGELO E’ L’ ANNUNCIO DI LUCE CHE CONSENTE AGLI UOMINI DI PRENDERE COSCIENZA DELLA LORO VOCAZIONE”.

Il vangelo della trasfigurazione è estremamente ricco di elementi: la luce, i rimandi ad altri testi scritturistici, espressi in un linguaggio intriso di simboli. Gesù rivela la propria identità, nella relazione con il Padre e in continuità con la storia della salvezza. I dettagli con cui Matteo descrive la trasfigurazione precisano l’ identità del rabbi di Nazaret.

-“Il monte”. Il monte resta anonimo. Solo la tradizione lo identificherà col Tabor. L’ antropologia culturale insegna che il monte è un luogo privilegiato per l’ incontro con la divinità; in quanto, situato tra terra e cielo, esprime vicinanza al mondo ultraterreno e permette una visione più ampia della realtà terrena. Inoltre è, proprio questa, l’ambientazione delle rivelazioni dell’ A.T. Nel vangelo, il monte è il luogo della preghiera di Gesù, del suo insegnamento e della sua ascensione, oltre che della sua morte in croce. Il Signore, accompagnando i tre discepoli sul monte, accompagna il lettore a una più profonda conoscenza di lui.

-“La luce”. Due immagini sono connesse con il simbolo della luce. Il volto di Gesù appare come il sole e le sue vesti bianche come la luce. Il paragone col sole è molto ardito e raro nella Bibbia: è riservato a Dio.

Il bianco era ritenuto il colore della divinità, della regalità e della festa. Il tema della luce richiama la capacità di vedere: Dio è luce perché permette di procedere nel cammino della vita. E’ un rimando anche alla gloria nella quale Dio abita: come il sole non si può contemplare direttamente, così la natura di Dio risulta inaccessibile all’ uomo.

-“La nube”. Connessa con quella della gloria è l’ immagine della nube. Essa significa contemporaneamente la presenza di Dio e la sua inconoscibiltà: egli resta nel mistero. Se, infatti, Dio è sicurezza e calore, la sua radicale alterità suscita il timore che lo storico delle religioni, Rudolph Otto, definì “numinoso”. Il sacro si presenta all’ uomo come un mistero che contemporaneamente è affascinante e tremendo, fonte di gioia e di paura. Questa l’ eperienza dei tre discepoli. Ma fu anche l’ esperienza degli Israeliti nel deserto, intimoriti dalla nube, dalla quale YHWH parlava con Mosè. Questa nube non si presentava come nuvola oscura, annunciatrice di calamità atmosferiche, bensì luminosa, tanto che di notte assumeva l’ aspetto di una colonna di fuoco

Come nel deserto, anche sul monte il Padre fa udire la propria voce. Nell’ A.T. la fedeltà a HHWH si configura come ascolto della su voce. Spesso la voce denota anche la potenza di Dio, tanto da essere associata al tuono o alla tempesta e suscita paura; è la reazione anche dei tre discepoli.

“Mosè ed Elia”. I due personaggi non sono casuali, gettano luce anche sull’ identità del loro interlocutore. Essi godono di uno speciale rapporto di intimità con YHW. Entrambi difendono l’ unicità della relazione tra YHWH e Israele quasi in solitudine, subendo l’ incomprensione e l’ostilità al popolo, a cui sono stati inviati. Se degli scritti autorevoli della Bibbia ebraica potevano essere sintetizzati nella Legge e i Profeti, Mosè è il mediatore della Legge, mentre Elia è il più ardente e rigoroso dei profeti; insieme rappresentano la sintesi della storia della salvezza. Entrambi godono di un particolare rapporto con la morte: Mosè muore al cospetto di YHWH e viene sepolto da Dio in un luogo sconosciuto, sicchè non ci sono testimoni della sua morte; mentre Elia non subisce la morte fisica, ma viene portato in cielo su un carro di fuoco.

“La voce del Padre”. La dichiarazione del Padre riguarda l’ identità di Gesù. Il termine “figlio” nell’ interpretazione ebraica era riletto in riferimento al messia futuro. L’ espressione “figlio amato” è utilizzata per indicare Isacco, oggetto del sacrificio che Abramo è chiamato a compiere. L’ invito ad ascoltare rimanda al comando di Mosè di obbedire al profeta inviato da Dio.

“L’ identità di Gesù”. Questi elementi simbolici scritturistici concorrono a definire chi è quel Gesù che i discepoli seguono da tempo senza una chiara percezione della sua identità: Gesù sul monte introduce i discepoli ad una relazione piena, intima e profonda con Dio, che supera quelle di Mosè ed Elia. Nella persona di Gesù, infatti, abita la presenza di Dio, che si fa vicino all’ uomo ma rimanendo “totalmente altro”. In Gesù è puntata tutta la storia della salvezza, riassunta dai due campioni della Legge e del profetismo. A differenza di chi lo ha preceduto, Gesù non è un semplice inviato: è il Figlio, investito dal Padre di una missione unica, che richiede l’ adesione degli uomini. 

                                                                                Mons. Antonio Scrcione

Nessun commento: