domenica 15 aprile 2012
La Domenica con Gesù, II di Pasqua / della Divina Misericordia
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
I Lettura. "La moltitudine...dei credenti aveva un cuor solo e un'anima sola..."At 4, 32-33
Salmo. "Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre." Sal 117, 2-4. 16-18. 22-24
II Lettura. " ...In questo infatti consiste l' amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti..." I Gv 5,1-6
Vangelo. "...Tommaso...non era con loro quando venne Gesù' ..." se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi...io non credo...Mio Signore e mio Dio".Gv20,19-31
L' incontro con il Cristo risorto, otto giorni dopo la Pasqua, è al centro della celebrazione, caratterizzata dalla figura di Tommaso, "gemello" di ogni lettore, invitato da Gesù a non essere più incredulo, ma credente.
- Tommaso, una figura da riscoprire, come icona della Chiesa e di ognuno, maestro nell'evitare l'indifferenza religiosa. Marco è, giustamente, molto attento ad evidenziare l'ottusità dei discepoli nella sequela di Cristo.
Probabilmente la comunicazione dell'apparizione del Risorto da parte dei discepoli a Tommaso non è stata particolarmente efficace. Vediamo, comunque, che anche nella prima comunità si fatica a credere nella risurrezione.
La Chiesa è santa e contemporaneamente bisognosa di conversione. Il credente non è che un povero "ateo", che ogni giorno si sforza di cominciare a credere. La fede è un continuo convertirsi a Dio, un consegnargli il cuore, vivere quotidianamente la fatica di credere, sperare e amare.
Il vescovo Tonino Bello diceva, con amarezza, che spesso la nostra fede non ha molta polvere sulle scarpe, né profumi di strada o sapori di piazza, né odori di condominio. Ha solo il profumo dell' incenso delle chiese, che ormai non può più bastare. Oggi, urge una fede, capace di dialogo con la ragione e "sperimentabile", pena l' insignificanza.
Tommaso sa ricominciare dall'adorazione. L'amore è un miracolo, che ha sempre qualcosa da dire e da dare.
- E' importante far crescere, in ogni comunità, un volto di Chiesa "ospitale", nella quale ci sia posto per tutti, dove ciascuno si senta accolto, sia prezioso per tutti e possa fare esperienza vera della Divina Misericordia.
Una Chiesa col cuore grande, una Madre che non discrimina e non giudica. Come ha scritto bene, l'allora card.J. Razinger: "Quante vie conducono a Dio? Tante quanti sono gli uomini". Per arrivare alla fede in Gesù , sono molteplici gli itinerari e diversi i tempi.
C' è, quindi, una Chiesa della militanza e dell' entusiasmo, ma c'è anche bisogno di una Chiesa, rifugio dei "feriti". Com' è bella una Chiesa, che si ponga ad altezza d' uomo, senza nascondere che è fragile, che non sa tutto e che si pone, anch' essa, delle domande !
Per incontrare ognuno dei discepoli, il Risorto non ha scelto la "violenza" dell' evidenza, ma la mitezza della penombra. Essa non si impone, ma si appella alla libertà, per portare sulle proprie ali d'aquila e mostrare una nuova prospettiva, quella della fede. La risurrezione di Gesù, proprio perché è la vittoria dell' amore, è discreta. Gesù non si vendica, non rimprovera, non "sfonda" la porta del cenacolo, ma viene con tenerezza.
Forse è finito il cristianesimo sociologico e comincia il cristianesimo dell'innamoramento, dello stupore per Cristo, della fiducia in Colui, che può cambiarci la vita: cristiani non si nasce, ma si diventa.
- L' incredulità di Tommaso aiuta a purificare ogni falsa concezione di Dio e a scoprire il volto autentico del Signore.
La misericordia è un tratto disarmante e incredibile del Dio cristiano: Tommaso stesso si sente amato, anche nel momento dell' incertezza. David M.Turoldo definiva Cristo "la mia dolce rovina": se Lo si incontra davvero, non si può più fare a meno di Lui e, se si scappa lontano da Lui, a poco a poco, si è "obbligati" a tornare... ancor più sedotti di prima.
Carlo Carretto diceva che Cristo invita a superarci e a ritrovarLo, concretamente, là dove si temeva che fosse assente. Si tratta di non lasciarsi condizionare dal "buon senso", per credere al sasso del piccolo Davide di fronte al gigante Golia.
Credere è bello, appagante e contagioso: la Chiesa ha bisogno di formarsi alla scuola di Tommaso, che si fa di nuovo discepolo.
- La fede cristiana coinvolge il corpo, non solo la mente. Tommaso ha visto il corpo crocifisso e sepolto di Gesù: ora necessita di un incontro diretto con Lui, per crederLo vivo. La risurrezione è un fatto storico, che introduce Gesù con la sua umanità, fatta di carne e di spirito.
Per T. Verdon, studioso di arte, nessuna grande fede attribuisce importanza al corpo umano quanto il cristianesimo. Erroneamente, annoverato tra "le religioni del libro",esso,in realtà, crede in un Verbo divino, che "si fece carne in Cristo". Tutto, allora, diventa "carnale" e "corporeo": l'immaginario, il linguaggio e la ritualità. Le stesse ferite del corpo del Crocifisso diventano, cosi', "feritoie", che lasciano trasparire l' amore del Padre.
- Il metodo cristiano è vivere la fede pasquale nella comunità. Proprio nell' unità coi fratelli si incontra il Vivente. E' la fede della Chiesa, vissuta nella Chiesa, che sostiene il pellegrinaggio del credente. Certo, ostacolo alla fede sono i tanti pregiudizi contro la Chiesa, soggettivi e superficiali, ma anche quelli motivati dalla vita non santa di tanti battezzati.
mons. Antonio Scarcione
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