"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 4 gennaio 2014

La Domenica con Gesù, II^ domenica dopo Natale

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
 
Testi: "La Sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria..." Sir 24, 1-4 . "Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesu' Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo..." Ef 1, 3-6 .15-18 . "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio...Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo...Il mondo è stato fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non la ha riconosciuto...Gv 1, 1-18.
 
Questa breve riflessione, sulla II Domenica dopo Natale, privilegia la I Lettura (Siracide 24, 1-4. 12-16 NV), in quanto la pagina del Vangelo è già stata presentata a Natale. Le leggi, che regolano il cosmo ed i principi morali(giustizia, verità, lealtà), presso gli egizi, erano personificate da una dea, Ma'at (= la sapienza), raffigurata come una ragazza con le ali, accovacciata e con una piuma di struzzo in testa. Essi ritenevano che i movimenti degli astri, le stagioni, le piene del Nilo, la prosperità e la pace erano possibili, solo, perchè era presente quella dea, la sapienza, regolatrice del cosmo.
 - La Sapienza figura personificata anche nella Bibbia. Quest' ultima personificazione, pur avendo notevoli somiglianze con le figure femminili egiziane, mostra una sostanziale differenza: la Sapienza biblica, pur essendo stata immaginata e descritta come una ragazza, non è affatto una dea.
 Tra gli affreschi della Cappella Sistina, la scena più ammirata è, certamente, quella che riproduce la creazione di Adamo: colpisce così tanto l' indice di Dio, che sfiora appena la mano del primo uomo, che solo pochi prestano attenzione all' altra mano di Dio, la sinistra, che teneramente avvolge una stupenda ragazza: appunto, la Sapienza.
 "La ragazza affascinante" ha assistito all' origine del mondo ed ha collaborato con il Creatore: "Prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata...Quando Egli fissava i cieli, io ero là...Quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice". Contemplava l' opera che usciva dalle sue mani e danzava di gioia (Pr 8, 25-31).
 Gli antichi non avevano i telescopi. Non avrebbero potuto, quindi, immaginare che "quel puntino", a stento visibile nel cielo, è un' immensa galassia, distante da noi milioni di anni luce.
 - La Sapienza si presenta a Israele nel tempio. I rabbini riferiscono che essa si era presentata anche agli altri popoli, ma che, per i più diversi motivi, era stata respinta. L' autore del sacro testo cita, altresì, il luogo, in cui la Sapienza si è auto presentata al popolo eletto: il tempio, in cui essa ha mostrato tutta la sua bellezza, perché Israele ne fosse ammaliato, se ne innamorasse e le rimanesse unito per sempre.
 Nella seconda parte di questa famosa pagina, è riferito il discorso della Sapienza agli Israeliti. E' lei stessa che spiega la ragione, per cui è giunta tra di loro: "Il creatore,...mi diede un ordine...:Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti". In tutta la creazione ci sono raggi di luce divina e possono essere rintracciati nelle culture di tutti i popoli, ma è, sicuramente, in Israele, popolo benedetto, che la Sapienza ha preso dimora. La tradizione giudaica l' ha identificata con la Legge di Mosè: "Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno..." (Bar 4, 1-2).
 I cristiani, invece, hanno visto la Sapienza incarnata, non in un libro, ma in una persona, in Gesu' di Nazareth, che "è venuto a piantare la sua tenda in mezzo a noi" (Gv 1, 14).
                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Mons. Antonino Scarcione    
 

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