sabato 18 gennaio 2014
La Domenica con Gesù, II^ del tempo Ordinario/A
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"Il Signore mi ha detto: mio servo tu sei...Io ti renderò luce delle
nazioni, perchè porti la mia salvezza fino all' estremità della
terra". Is 49, 3.5-6 . "Paolo...e il fratello Sostiene, alla Chiesa
di Dio che è a Corinto...grazia e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesu'
Cristo". I Cor 1, 1-3 . "...Ecco l' agnello di Dio, colui che toglie
il peccato del mondo...Colui che mi ha inviato a battezzare nell' acqua mi
disse: colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è lui che
battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il
Figlio di Dio". Gv 1, 29-34.
-
"Ecco l' Agnello di Dio". L' immagine dell'agnello, quella di Gesù,
ci viene ricordata in ogni celebrazione eucaristica. Un' immagine significativa
per il popolo ebreo, che vedeva quotidianamente i pastori a pascolare il
gregge. L' animale era sacrificato durante il culto, per ringraziare e per
ottenere i favori della divinità. All' agnello e alla sua funzione viene
accostata la dedizione tipica dello schiavo. Se nella nostra cultura non
accettiamo, giustamente, che qualcuno possa essere ridotto in schiavitù,
ricordiamo che il Cristo ha assunto in prima persona lo stile di chi rinuncia
totalmente a sé stesso, per mostrarci il volto benevolo del Padre.
- Lo
Spirito si contrappone al peccato. Siamo ben consapevoli che alla base del
male del nostro tempo vi è il peccato. Gesù è colui che toglie il peccato del
mondo, ma tutta l' azione di Gesù è segnata dallo Spirito Santo, che discende
e rimane su di lui. La forza, con la quale combattere il peccato, è lo Spirito
Santo. Essa è la luce, che illumina la vita, per far percepire
il peccato, è la forza nella lotta contro il peccato, la guida, che
ci allontana dal peccato.
- Il
dono della vita. Le immagini di agnello e di servo, applicate a
Gesù, indicano lo stile della vita del cristiano e invitano all'
offerta della propria vita. La vita cristiana coincide con
tutta l' esistenza terrena, cioè con quella di colui che ha accolto
Cristo come Signore della vita. Nella missione, il "luogo", nel quale
l' annuncio può risultare più efficace, sono le relazioni umane. Donare la
vita, significa costruire relazioni significative, dove il Vangelo possa
mostrare fino in fondo il volto di Gesù, nella famiglia, nelle relazioni
amicali, nei momenti parrocchiali e comunitari, costruire relazioni intense,
dove avviene l' incontro interpersonale con l' altro. Così si apre lo spazio
anche all' Altro, al Dio di Gesù Cristo, che è venuto, per farci
comprendere la sua bontà e la sua misericordia.
- L'
apostolato e la santità. La seconda lettura unisce Paolo, "chiamato ad
essere apostolo", e i cristiani, "santi per chiamata", indicando
come apostolato e santità siano due facce della stessa medaglia. La prima
santità è la lontananza dal peccato. In Cristo, infatti, siamo stati
liberati dal peccato e vivere nella comunione con lui ci sostiene contro il
male e la radice del male, che è il peccato.
Nel
contesto mondiale, dove è sempre più evidente la diseguaglianza tra i pochi
ricchi e i milioni di affamati, santità significa anche impegno per la
giustizia, che per il credente trova la fonte nella Scrittura e si compie nella
carità. Un' altra modalità, per vivere la santità è quella di essere
compassionevoli, avere la capacità di farsi prossimo di chi è nel dolore.
Compassionevole e grande nell' amore è, prima di tutto, il Signore (Cfr.i
Salmi).
In lotta
contro il male, operatori di giustizia e compassionevoli, diventiamo, così, testimoni
della presenza del Signore della vita.
Mons. Antonino
Scarcione
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