domenica 5 gennaio 2014
Epifania del Signore
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"Alzati, rivestiti di luce, perchè viene la tua luce, la gloria del
Signore brilla sopra di te..." Is 60, 1-6 . "Fratelli, penso che
abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio...Che le genti sono
chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso
corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo".
Ef 3, 2-3a .5-6 . "Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re
Erode, ecco, alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme ...Entrati nella
casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono...e gli offrirono
in dono oro, incenso e mirra...Mt 2, 1-12 .
-Tematiche
emergenti. L' Epifania (manifestazione di Dio in Gesù Cristo)
"canta" un Dio che nella storia "si riprende il proprio ruolo
sovrano: liberare il misero e provvedere ai poveri (Sal 71, 2.12-13).
Adesso si
compie la promessa fatta ad Abramo: in lui sono benedette tutte le nazioni
(Gen 12, 1-2). Inoltre, proprio oggi, la Solennità apre gli orizzonti della
storia anche a noi, perché neppure noi siamo discendenza di Abramo, ma
semplicemente, per grazia, siamo stati chiamati alla fede; e in secondo luogo,
perché, mentre le celebrazioni rischiano di svuotarsi e sembra che il
vangelo non trovi adeguata attenzione nella nostra cultura, ci viene detto che
non si spegne mai la rivelazione di Dio agli uomini e una stella guida gli
uomini a individuare, nella piccolezza di un Bambino, la manifestazione di
un Dio a lungo cercato o dichiarato "straniero ed estraneo".
Il
prefazio, saggiamente, così riassume la celebrazione:
"Oggi in Cristo, luce del mondo, tu hai rivelato ai popoli il mistero
della salvezza...".
- Un
possibile itinerario di riflessione. *Annunciare la buona notizia.
"Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del
Signore brilla sopra di te" (Is 60, 1). Una stella ha disegnato nel cielo
le promesse e le strade di un Dio, che vuole partecipare a tutti gli uomini la
benedizione promessa ad Abramo e alla sua discendenza.
*
Insegnare che: a) "l' agire di Dio non è più un mistero", una strada
nascosta, riservata a pochi, per entrare "nei ritmi di morte e
resurrezione" delle divinità egiziane, greche o romane, bensì
un intervento del Dio d' Israele, che parla, si rivela e si manifesta. b)
"Il mistero per eccellenza è il disegno di Dio di salvare" tutti gli
uomini(LG 1,1). Ora la persona e la vita di Gesù, Parola fatta carne, sono l'
evento fondamentale, attraverso il quale il Padre rende evidente sè stesso.
Gesù è, quindi, il centro e il vertice dell' Epifania di Dio e
della sua tenerezza verso gli uomini.
*
Esortare alla riconoscenza e all' annuncio. a) L' Epifania è il mistero della
salvezza di Dio presente e manifestato a tutti gli uomini e "l' invito ad
essi a passare dalla conoscenza alla riconoscenza, dalla paura alla speranza,
dal buio alla luce. b) Anche noi, come Paolo, "non possiamo tacere la
buona notizia" e non possiamo passare inosservati o nascondere la luce sotto
il moggio (Mt 5, 14-15).
*
Proseguire nel ritmo della celebrazione. Ora ritorniamo a celebrare: a) Il
rendimento di grazie. Infatti, ciò che hanno annunciato i profeti, oggi si
sta realmente avverando: è la visione di Isaia, di un banchetto sul monte
Sion, a cui partecipano i popoli di tutta la terra. Anche noi "rendiamo
grazie per la gratuità del cuore di Dio, che si rivela in Cristo", una
gratuità da rivelare a tutti i popoli. Il Padre accolga l' offerta della
Chiesa, che gli offre non oro, incenso e mirra, ma Cristo nostro Signore.
b) Facciamo
eucaristia, raccontando, proclamando, cantando le grandi cose, che Dio Padre ha
fatto per noi. Facciamo davvero una comunità di uomini e di donne, diversi per
cultura, razza, livello sociale, ma innamorati dell' unico Dio e credenti in
Cristo. Noi, piccolo segno di un' umanità dispersa, che Dio convoca,
continuiamo a fare luce, attingendo alla luce del mistero pasquale, di cui
questa celebrazione è memoria.
Mons. Antonino Scarcione
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