"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 30 aprile 2016

La Domenica con Gesù, VI di Pasqua / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…E’ parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime…” At 15,1-2.22-29 . 
“L’ agnello mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto e mi mostrò la città santa, Gerusalemme…Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima…Le mure… Poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli…” Ap 21,10-14.22-23 . 
“…Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui…Ma il Paraclito, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa…Vi lascio la pace, vi do la mia pace…” Gv 14,23-29.

In questa domenica, si intrecciano diverse ricorrenze. La stessa liturgia, infatti, ci introduce, innanzitutto, all’ Ascensione e alla Pentecoste. In secondo luogo, oggi, si celebra la Giornata di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa, un tema da trattare con estrema delicatezza, tanto più che, il primo maggio, civilmente, ricorre la Festa del Lavoro; proprio mentre una grave crisi economica attanaglia il mondo giovanile e l’ intero paese.

Come recita il testo del Catechismo degli adulti, “Il cristiano, che aderisce consapevolmente al Salvatore nella comunità dei suoi discepoli…, è particolarmente abilitato a fare della vita familiare, sociale, economica e culturale un luogo di comunione e di pace”.

La Gerusalemme celeste, che oggi ci viene presentata, è l’ immagine di questo luogo di pace, che viene da Cristo.

-“La città delle dodici porte”. Per Giovanni, la Gerusalemme celeste sembra essere un po’ come la città di Avila, in Spagna, importante solo per le sue mura.

*Giovanni, ovviamente, con questa immagine parla della Chiesa, della comunità dei discepoli, nella quale Dio ha scelto di abitare. Le mura indicano la fedeltà alla parola del Signore, che dà un’ identità ai credenti e orienta il loro discernimento. Sono mura fondate sugli apostoli, testimoni, custodi e annunciatori dell’ esperienza umana di Gesù.

*Potremmo fermarci qui e sentirci in pace. Non è forse questo che ci aspettiamo dalla fede ? Sicurezza, limiti ben definiti, certezza di essere nel giusto. Insomma, vorremmo sentirci circondati da mura senza porte, per cui noi, che siamo dentro, ci sentiamo apposto, gli altri, invece, si arrangino pure !

*Ma le mura della vera Chiesa hanno porte, rivolte a tutti gli angoli della terra. E sopra le porte ci sono angeli, che annunciano e chiamano alla conversione. Da Papa Francesco, dobbiamo imparare ad essere una Chiesa con le porte aperte, perché non ha senso chiamare tutti e poi lasciare chiusi fuori quelli che vogliono imparare a vivere in comunione con Dio.

*Gli apostoli lo hanno sperimentato, quando si sono accorti del grande numero di pagani, che volevano credere in Cristo: così, insieme, nella fedeltà al loro Maestro, hanno aperto loro le porte, anche se, per fare questo, hanno dovuto sacrificare una parte della loro cultura.

-“La città senza tempio”. Per secoli, il tempio di Gerusalemme è stato e continua ad essere il punto di riferimento di Israele nel suo rapporto con Dio. Dio non abita se non dove c’ è il tempio e in nessun luogo lo si può ascoltare e servire come nel tempio: questo era il credo del popolo ebraico, che ancora oggi rimpiange la distruzione del suo luogo più santo.

*Ma nella nuova Gerusalemme, la Chiesa, non c’è bisogno di legare la presenza di Dio ad un luogo piuttosto che ad un altro: è possibile incontrarlo dovunque, specialmente, quando ci si riunisce nel suo nome; è opportuno essere consapevoli che esistono anche altri “spazi”, “determinati dalla cultura, dalla mentalità, dalla società e dall’ economia”, dove portare Dio.

*Le “periferie” non sono solo le zone ai margini delle città, ma tutte le condizioni di esclusione e di invisibilità sociale, presenti anche nelle civiltà più avanzate. Dio può essere incontrato anche lì ? Ci sentiamo di credere ad una Chiesa non condizionata da una sola cultura o da una sola mentalità ? Sono le domande che il tempo di oggi ci pone e alle quali occorre dare una risposta: a ben pensarci, come Chiesa, possiamo esserne capaci. Basti leggere le conclusioni del sinodo dei vescovi sulla famiglia: a dispetto delle spaccature, lamentate da più parti, esso si è volto in un sereno confronto tra le molteplici realtà di Chiesa, sparse in tutto il mondo. Naturalmente, tutto questo non sarebbe possibile senza l’ aiuto dello Spirito Santo, fonte dell’ unità e della concordia.

-“La citta della pace”. Una Chiesa (e un’ umanità), che non abbia sete di pace è impensabile, perché essa è un’ esigenza profonda dell’ anima umana.

*La Gerusalemme celeste è simbolo di questo splendido desiderio, che non dovrebbe mai corrompersi. Gesù è consapevole che c’ è una pace data dal mondo e una pace che viene da lui. La prima è: sicurezza, autosufficienza, piena certezza delle proprie convinzioni, assenza di fenomeni e persone destabilizzanti.

*La seconda, invece, sappiamo bene, che viene dal Signore, il quale ha invitato i suoi discepoli a non essere tristi. Anzi, dovrebbero rallegrarsi, perché Cristo, tornando al Padre, non sarà più il Messia di “dodici uomini”, ma quello dell’ intera umanità. Dovremmo gioire, quindi, che tante persone scoprano l’ importanza di Gesù e la bellezza del Vangelo.

                                                                     Mons. Antonino Scarcione

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