"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

mercoledì 25 maggio 2016

Giorgio Boris Giuliano ricordato da una fiction su Rai 1

Correva l'anno 2010, quel venerdì del 22 ottobre su iniziativa del Nobile quartiere Monte, di concerto con l'Amministrazione comunale, veniva ricordato il concittadino e quartierante Giorgio Boris Giuliano in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla nascita, con la posa di una lapide nella casa dove era nato.

Nel preparare l'evento, era dire comune: "Per non dimenticare gli eroi della Patria, che hanno sacrificato la propria vita nell'azione di contrasto alla mafia".

Da quel giorno sono trascorsi sei anni e personalmente posso affermare che quella iniziativa partita dal quartiere dove Giuliano era nato ci ha certamente segnati e contraddistinto come quei piazzesi che a distanza di tempo, rimembravano le gesta di un "servitore della Patria".

Nel frattempo tante altre e molteplici sono state le iniziative che nel corso di questi ultimi anni sono state proposte; convegni, commemorazioni, e inoltre i potenti mezzi della Rai hanno fatto il resto, raccontando la storia, la tenacia di un uomo, considerato dalla mafia, il poliziotto nemico numero uno di Cosa Nostra, lo sceriffo che doveva essere fermato ad ogni costo.


Programmi televisivi come quelli prodotti dalla RAI, Rai 3: "Lucarelli racconta i Servitori dello Stato"; Rai Storia "Diario Civile"; e proprio lunedì 23 e martedì 24 maggio, una miniserie di Rai 1, che ha raccontato la storia di Boris Giuliano, una fiction diretta da Ricky Tognazzi e che ha visto Adriano Giannini nei panni del protagonista.

Una breve e suggestiva fiction che ha toccato certamente l'orgoglio di tutti gli italiani che si riconoscono nello spirito di servizio e sacrificio per la Patria, incarnato nell'azione di contrasto alla mafia da tutti i militari.

Ed allora mai come oggi ricordare diventa uno strumento di salvezza, perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.

                                                                                      Filippo Rausa


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