"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 15 maggio 2016

La Domenica con Gesù, Pentecoste

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Venne all’ improvviso dal cielo un fragore quasi un vento…Apparvero loro lingue come di fuoco, che…si posavano su ciascuno di loro…Siamo Parti, Medi ed Elamiti…e li udiamo parlar nelle nostre lingue…” At 2,1-11 . 

“…Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Di…” Rm 8,8-17 . 

“…Se mi amate, osserverete i miei comandamenti…Lo Spirito Santo…lui vi insegnerà ogni cosa…” Gv 14,15-16.23b-26.

La parola di Dio oggi lega strettamente il dono dello Spirito ad un profondo cambiamento di vita, quello a cui Gesù invita gli uomini e le donne di ogni tempo.

-“Lo Spirito della comprensione: capire e includere”. Lo Spirito Santo è il grande dono del Signore: senza questo dono, non ci può essere una Chiesa, che annuncia la salvezza.

*A volte, parlare di un amore che è già presente nel mondo, ci può “spiazzare”. Ecco, infatti, certi nostri ragionamente sbagliati: se gli uomini possono essere capaci di amare anche senza credere in Gesù Cristo, a cosa serve, andiamo dicendo, il nostro annuncio ? Oppure,se gli stranieri a Gerusalemme capiscono questo linguaggio, vuol dire che in loro c’ è già lo Spirito della verità e dell’ amore che agisce.

*Allora, portare il Vangelo agli altri vuol dire riversare una verità, che io ho, in coloro che non ce l’ hanno. L’ amore di Dio non è un posseso nostro, che noi dispensiamo agli altri. Se vogliamo annunciare il Vangelo, dobbiamo riconoscere, senza vergogna, che l’ amore esiste già nel mondo, anche fra quelli che non creono.

*E se il Vangelo partisse non da me soltanto, ma anche dall’ altro ? Infatti, posso io forse sperare di convertire una persona, che non abbia in sé un minimo dello Spirito di Dio ?

-“Lo Spirito della vita: essere figli liberi e deboli”. Non abbiamo ricevuto uno Spirito di paura, uno di schiavi. Lo Spirito ci dona, invece, il coraggio dei figli liberi, che riconoscono, negli altri, degli altri figli liberi. E la libertà dello Spirito non è la libertà di chi è forte, autonomo, anzi: quella libertà è la più subdola delle schiavitù.

*Solo l’ orgoglioso è convinto che debba essere un cristiano forte in una Chiesa forte per andare avanti. A volte, ci prende il timore per cui la poca rilevanza della Chiesa oggi non possa garantire un’ adeguata diffusione del Vangelo, e che la soluzione sia: o fare di tutto per acquistare visibilità e potere, oppure fermarsi, resistere alle maree e aspettare tempi migliori diquest’ epoca corrotta.

*A tal proposito, San Francesco di Sales ci ricorda l’ esatto contrario, cioè, quello che Gesù ci invita ad essere. “L’ umile trova tutto il coraggio nella sua incapacità; più si sente debole e più diventa intraprendente, perché tutta la sua fiducia è riposta in Dio, che mostra la sua potenza nella nostra debolezza.

*Ecco lo spirito della Pentecoste: non siamo noi ad agire e conquistare, ma è lo Spirito che conquista, agendo attraverso di noi, e dove c’è il rischio di fallimento, là ci spinge, per scoprire la sua potenza. Una potenza che si fa presente nel rapporto che intrecciamo con l’ altro. Poiché anche l’ altro è figlio di Dio, libero, al quale non posso imporre una schiavitù, ma con il quale posso accogliere l’ azione dello Spirito in lui e in me.

-“Lo Spirito dell’ amore: accogliere Dio per sempre”. La Pentecoste costituisce la comunità dei credenti e assicura che Dio sarà sempre in mezzo al suo popolo.

*Potremmo dire che Gesù lo aveva predetto: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. La presenza di Dio è assicurata, quando il nostro cuore si apre alla comunione con gli altri. Riceviamo lo Spirito solo in comunità e possiamo vivere con la sua compagnia, solo se accettiamo la compagnia degli altri.

*Anticamente, chi voleva diventare cristiano, doveva fare un periodo di “allenamento” e di conversione: abbandonare le opere dell’ egoismo ed abbracciare la via di Gesù.

*”Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Gesù lega l’ amore per lui all’ osservanza della sua parola e dei suoi comandamenti. Il comandamento di Gesù è: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”.

*Se non è corretto pretendere delle prove di amore da parte degli altri, è bene pretenderle da parte di noi stessi.

                                                                    Mons. Antonino Scarcione

Nessun commento: