"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 2 novembre 2019

La Domenica con Gesù, XXXI del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra…” Sap 11,22-12.2 . “Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente…” 2 Ts 1,11-2,2 . 
“…Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua…Zaccheo…disse: Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto…” Lc 19,1-10.

Nella storia di Zaccheo, affiora l’arte dell’incontro; con la sorpresa e la potenza creativa di un Gesù, maestro di dialogo. La pagina del vangelo di Luca è articolata in tre momenti. Il primo, presenta personaggi in ricerca: un rabbi (=maestro), capace di riempire piazze e strade di gente e un piccolo uomo curioso, ladro come lui stesso ammette, impuro e capo degli impuri della città di Gerico, esattore delle tasse e ricco. Il che significa: soldi, bustarelle, favori, furti… Si tratterebbe di un caso disperato vero e proprio. Mille miglia distante dall’ insegnamento del Signore. Da prendere con le pinze. Ma per il vangelo non ci sono casi disperati. A questo punto, notiamo che il limite fisico di Zaccheo, la bassa statura, diventa la sua fortuna.

Zaccheo non si piange addosso. Cerca la soluzione e la trova: un albero.

Il secondo momento: l’ incontro e il dialogo. Gesù passa, alza lo sguardo e chiama per nome: “Zaccheo, scendi”. Vediamo bene che Gesù non lo giudica, non lo condanna, né lo umilia. C’ è, solo uno scambio di sguardi, che va direttamente al cuore di Zaccheo e ne raggiunge la parte migliore, il nome. Quindi, come afferma E. Ronchi nella sua meditazione, ecco la sorpresa: “devo fermarmi a casa tua”. Dio viene, perché deve, per un’ esigenza che urge nel suo cuore: gli manca qualcosa, manca Zaccheo, manca l’ ultima pecora, manco io. “Devo fermarmi”, rimanere con te. E l’ incontro diventa traguardo. La casa, da tappa, diventa meta. Proprio così, perché il Vangelo non è iniziato al tempio, ma nella casa di Nazaret. E ricomincia in un’ altra casa, a Gerico. E, oggi, ancora, inizia nelle case, là dove siamo noi, dove avvengono le cose più importanti: la nascita, la morte, l’ amore.

Il terzo momento: il cambiamento. “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia”. Zaccheo non deve prima cambiare vita, dare la metà dei beni ai poveri e, dopo, il Signore entrerà da lui. No, Gesù entra nella casa ed entrando la trasforma. L’ amicizia anticipa la conversione: incontrare un uomo come Gesù, fa sperare e credere nell’ uomo. Incontrare un Dio che non fa prediche, ma si fa amico, fa rinascere. Gesù non indica gli errori, non punta il dito, non alza la voce. Notiamo che ha sbalordito Zaccheo, offrendogli sé stesso amichevolmente e dandogli credito. E il peccatore si scopre amato, senza meriti, senza un perché.

Il cristianesimo è preceduto da un “sei amato” e seguito da un “amerai”. 

                                                                    Mons. Antonino Scarcione

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