"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 9 novembre 2019

La Domenica con Gesù, XXXII del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti…In fin di vita, egli diceva: E’ preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati…” 2 Mac 7,1-2.9-14 . 
“Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro,…conforti i vostri cuori…” 2 Ts 2,16-3,5 . 
“…Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè…quando dice: il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei viventi…” Lc 20,27-38 .

La liturgia di questa domenica ruota attorno ad un tema fondamentale, quello della fede nella risurrezione. La nostra breve riflessione prende le mosse dal commento di E. Ronchi. Contro la risurrezione interviene una componente importante della società del tempo, quella dei sadducei (= la denominazione deriva da Sadoq, da cui dicevano di discendere). Essi rifiutavano di fatto la risurrezione. Infatti, propongono a Gesù un apologo paradossale; quello di una donna, sette volte vedova (e mai madre). Hanno l’ obiettivo di mettere in ridicolo la fede nella resurrezione.

Lo sappiamo bene, non è facile credere nella vita eterna. Probabilmente, perché la immaginiamo come durata, anziché come intensità. Certamente, tutti conosciamo la meraviglia della prima volta: quando abbiamo scoperto, gustato, visto, amato…Poi, ci si abitua. 

L’ eternità è: non abituarsi mai. E’ il miracolo della prima volta che si ripete per sempre. Invece, la piccola eternità, in cui credono i sadducei, è quella della sopravvivenza del patrimonio genetico della famiglia; considerato così importante, da giustificare il “passaggio” di quella donna da un marito all’altro, come un oggetto: “la vedova la prese il secondo fratello, poi il terzo… e così tutti e sette”. 
Un ripetitività, che ha del macabro. Essi riducono quella persona, che è icona di Dio, a oggetto da usare per i propri fini. Gesù rivela che nell’ uomo è incisa non una semplice eternità biologica, ma la stessa eternità di Dio”. 
Infatti, “vita eterna” significa “la stessa vita dell’ Eterno”. Alla domanda banale dei sadducei (la donna nella risurrezione di quale dei sette fratelli sarà moglie ? ) Gesù oppone un intero mondo nuovo: i risorti non prendono né moglie né marito.

Chiaramente, Gesù non dice che finiranno. Anzi, l’ unica cosa che rimarrà sempre, afferma che è l’amore. I risorti saranno, biblicamente, annuncio di Dio ( Gabriele), forza di Dio (Michele), medicina di Dio (Raffaele). Essi vedono Dio faccia a faccia.

                                             Mons. Antonino Scarcione

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