Il brano evangelico odierno riporta parte del “discorso escatologico” di Gesù sulla fine dei tempi. Fu tenuto dal Signore nel tempio. Il linguaggio è quello apocalittico e richiede, quindi, di essere interpretato. Egli parla della fine e lancia l’ ultimo accorato appello: convertitevi.
Ci domandiamo, dove sia la buona notizia su Dio e sull’ uomo in questa pagina di terremoti e di catastrofi. In verità, se ascoltiamo con attenzione, ci accorgiamo che ad ogni immagine della fine si sovrappone la speranza. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non terrorizzatevi: sarete imprigionati, traditi, sarete odiati, ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. E ancora: vi saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle e sulla terra angoscia e paura. Ma voi alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
Ad ogni dolore segue un punto di rottura, dove tutto cambia, apre
l’orizzonte e accende la speranza; non spaventatevi, anche quando l’ odio dovesse dilagare, ecco le parole struggenti: “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; non abbiate paura”. Verranno giorni, nei quali di questo tempio, che vedete, non resterà pietra su pietra. Infatti, nessuna cosa è eterna. Ma l’ uomo sì, è eterno. Saranno distrutte le pietre, ma tu, o uomo, sarai al sicuro nel palmo della mano d Dio.
L’ uomo rimarrà nella sua interezza. Perché Dio, come un innamorato, ha cura del suo amato. A questo punto, deve restare incisa nel nostro cuore l’ ultima riga del vangelo: “alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Guardate oltre: viene un Liberatore: “il Signore, che viene e vive nel cuore dell’ uomo” (D.M.Turoldo).
Porta la luce nel cuore dell’ universo, il coraggio e la pazienza.
Certo, cadono molti punti di riferimento, nel mondo, ma si annuncia anche la primavera. Ogni giorno, come dice E. Ronchi, c’ è un mondo che muore, ma anche un mondo che nasce.
Mons. Antonino Scarcione
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