"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 4 aprile 2020

La Domenica con Gesù, Delle Palme

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Il Signore mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato…” Is 50,4-7.
“Cristo Gesù…non ritenne un privilegio l’ essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo…” Fil 2,6-11 . “…Mentre mangiavano, disse: In verità, io vi dico: uno di voi mi tradirà. Ed essi…cominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore ?...” Mt 26,14-27.

Anch’io ho il cuore gonfio di tristezza. Dopo svariate diecine di anni della mia esistenza, mi accingo, per la prima volta, a celebrare con voi, il 5 aprile 2020, Domenica delle Palme, in tono minore. Senza la processione con i ramoscelli d’ ulivo e le palme. Mi mancherà il clima di serenità e di gioia presenti nella santa assemblea, vivacizzata dai bambini che cantano: “Osanna al Figlio di Davide, Osanna al Redentor…”. Certo, parliamo di una festa velata dalla mestizia, derivante dall’ imminente passione e morte del Signore, prima della sua resurrezione. Per la breve riflessione, anche questa volta, facciamo tesoro del commento di E. Ronchi, studioso particolarmente sensibile a queste tematiche.

Come afferma il teologo D. Bonhoeffer: “Tutti gli uomini vanno a Dio nella loro sofferenza, piangono per aiuto, chiedono felicità e pane, salvezza dalla malattia e dalla morte…Tutti, cristiani e pagani…Lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane, consunto…I cristiani stanno vicini a Dio nella sua sofferenza”. Quella sofferenza che, allora, bruciò nella passione di Gesù e oggi colpisce nelle croci, dove Cristo è ancora crocifisso nei nostri fratelli, colpiti dalla malattia e specialmente dal coronavirus 19.

Pur essendo isolati nelle loro case, i cristiani stanno vicini, non solo spiritualmente, a coloro che soffrono e chiedono vita, salute, pane e conforto. Respirano meglio presso la croce di Gesù. Guardano il calvario e vedono un uomo nudo, inchiodato e morente. Un uomo con le braccia spalancate, proteso verso tutti gli uomini. Egli non chiede nulla per sé. Anzi, dimentica sé stesso e si preoccupa di chi muore al suo fianco e gli dice: “Oggi, con me, sarai in paradiso”.

Il fondamento della fede cristiana è certamente la cosa più bella del mondo: L’ amore totale. La suprema bellezza della storia è proprio quella accaduta fuori di Gerusalemme, su una collina, dove il Figlio di Dio è stato inchiodato, povero e nudo. La croce, quindi, forma l’ innesto del cielo dentro la terra, dove un amore eterno penetra nel tempo.

E scrive il suo racconto con l’ alfabeto delle ferite. Nascono, così, la compassione, lo stupore e l’ innamoramento. Dopo duemila anni, percepiamo, anche noi, come le pie donne, il centurione e il ladro, che nella Croce vi è la suprema attrazione di Dio.

Alla fine, mi convince non un sottile ragionamento, bensì l’ eloquenza del cuore: “Perché la croce, il sorriso, la pena inumana ? Credimi, è così semplice, quando si ama “ (J. Twardowski ). “Tu che hai salvato gli altri, salva te stesso, se sei il Cristo”. Ecco le parole che dicono in tanti: i capi, i soldati, il ladro : “Fa’ un miracolo, conquistaci, imponiti, scendi dalla croce e crederemo”.

Qualsiasi uomo, qualsiasi re, potendo, scenderebbe dalla croce. Lui, Gesù, no. “Solo un Dio non scende dal legno della croce” (D.M. Turoldo ), il nostro Dio. Perché i suoi figli non possono scendere. Io, cercatore di Dio, trovo, qui, la vicinanza assoluta tra Dio e me e me a Dio.

                                            Mons. Antonino Scarcione

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