sabato 18 aprile 2020
La Domenica con Gesù, II DI PASQUA o DELLA DIVINA MISERICORDIA / A
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Avevano ogni cosa in comune, vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno…” At 2,42-47 .
“…Anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinchè la vostra fede, messa alla prova molto più preziosa dell’ oro…torni a vostra lode, gloria e onore…” 1 Pt 1,3-9 .
“…Gesù disse loro…Pace a voi ! Come il Padre ha mandato me, anch’ io mando voi…Tommaso…chiamato didimo, non era con loro, quando venne Gesù…Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi…io non credo…Venne Gesù, a porte chiuse…Poi disse a Tommaso:…Metti qui il tuo dito…e non essere incredulo, ma credente !...” Gv 20,19-31.
Nella II Domenica di Pasqua, la liturgia propone sempre lo stesso vangelo. Ed è come se ci “obbligasse” a riflettere sulla nostra fede nel Cristo risorto. I dubbi di Tommaso, in effetti, sono anche i nostri. Sentiamo anche noi il bisogno “di vedere e di toccare”. Questo non ci deve spaventare. Perché la fede è chiamata a convivere con i dubbi. Anzi, essi contribuiscono a mantenere viva una ricerca personale e condivisa con la propria comunità.
Vi è, chiaramente, un lavoro interiore, talvolta doloroso e difficile, che attende il seguace del Signore. Esso passa attraverso il confronto con le Sacre Scritture: è qui che si acquisisce la bussola, che orienta qualsiasi itinerario di fede.
Si misura con l’ impegno di mettere in pratica le parole di Gesù, anche quelle più dure e difficili. Proprio da qui nasce, infatti, un’ esperienza personale che trasforma l’ esistenza.
L’ approdo è, allora, lo stesso di Tommaso. Perché non c’ è più necessità “di vedere e toccare “. Chi lo dice, infatti, che Tommaso abbia veramente messo il suo dito nelle piaghe di Gesù ? A questo punto, la bocca e il cuore si aprono alla confessione di fede dell’ apostolo: “Mio Signore e mio Dio ! “ .
E’ il momento, in cui, come, afferma lo studioso Roberto Laurita, si mette la propria esistenza nelle sue mani e ci si abbandona al suo amore e alla sua misericordia.
Mons. Antonino Scarcione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento