"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 26 aprile 2020

La Domenica con Gesù, III DI PASQUA

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Pietro…a voce alta parlò così: Uomini d’ Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret…consegnato a voi…per mano di pagani, l’ avete crocifisso e l’ avete ucciso…Ora Dio lo ha risuscitato…” At 2,14.22-33 . 
“…Voi sapete che non a prezzo di cose effimere , come argento e oro, foste liberati…ma con il sangue prezioso di Cristo…” 1 Pt 1,17-21 . 
“…Due dei discepoli erano in cammino verso un villaggio di nome Emmaus…Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro…Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò l benedizione, lo spezzò e lo diede loro…Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero…” Lc 24,13-35.

Ci troviamo di fronte ad una delle pagine più belle e famose del vangelo di Luca. Facciamo nostra la riflessione di E. Ronchi, uno dei più sensibili e attenti studiosi della parola di Dio. Quasi, d’ incanto, Gesù si avvicina e cammina con i due discepoli, diretti nel villaggio di Emmaus. Sono delusi e immersi nella tristezza, perché il loro sogno di liberazione appare ormai sfumato. Notiamo che “Dio”, come afferma E. Ronchi, “si avvicina sempre all’ uomo e muove tutta la storia”. Cammina con noi, non per correggere il nostro passo o dettare il ritmo. Semplicemente, per accompagnarsi a noi e prendere il nostro passo.

Gesù raggiunge i due viandanti, li guarda e li trova tristi. Dice loro: “Che cosa sono questi discorsi ? ”. Ed essi gli raccontano proprio il fallimento della sua storia: per loro, un’ illusione, terminata tragicamente nel sangue sulla collina del Golgota. Lo hanno seguito e lo hanno amato. Hanno fortemente sperato che il Maestro liberasse Israele dal giogo straniero. Parlano, quindi, con rammarico, delle loro aspettative di potere, definitivamente, tramontate.

Giunti ad Emmaus, il Signore mostra di voler andare più lontano. A questo punto, dai due sgorgano le famose parole, ottimamente, collocate in un canto, indimenticabile: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera”. Notiamo che i discepoli hanno fame di parola, di compagnia e di casa. Dio non sta dappertutto, abita e rimane nella casa in cui lo si lascia entrare. E il viandante si ferma, perché “era a suo agio sulla strada, dove tutti sono più liberi; è a suo agio nella casa dove tutti sono più veri”.

La narrazione, adesso, ruota attorno al profumo del pane e alla tavola, fatta per riunire le persone attorno a sé e per collegarle tra di loro: sguardi che si cercano, si incrociano, si fondono. Ci si nutre gli uni degli altri. E’ proprio là che lo riconoscono, nello spezzare il pane. Lo riconoscono, perché tre giorni prima, il giovedì sera, Gesù aveva compiuto “un gesto inaudito”, attraverso le parole: “prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Lo individuano, perché spezzare , rompere e consegnarsi contiene il segreto del vangelo: Dio è pane che si consegna alla fame dell’ uomo. Perché non siamo noi ad esistere per Dio, è Dio che vive per noi.

Mons. Antonino Scarcione





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