"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 30 gennaio 2022

LA DOMENICA CON GESU', IV DEL Tempo Ordinario / C

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto…ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Di’ loro tutto ciò che ti ordino; non spaventarti di fronte a loro…Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno…” Ger 1,4-5.17-18 . 
“…Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cembalo che strepita…Se avessi il dono della profezia…se conoscessi tutti i misteri…se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla…La carità è magnanima…non è invidiosa, non si vanta…non manca di rispetto…non si adira, non tiene conto del male ricevuto…La carità non avrà mai fine…” 1Cor 12.31-13,4-13 . 
“…Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete ascoltato…Non è costui il figlio di Giuseppe ? Ma egli rispose loro: certamente voi mi citerete questo proverbio: Medico, cura te stesso…Poi aggiunse:…Nessun profeta è bene accetto nella sua patria!...” Lc 4,21-30.

Seguiamo la riflessione di Roberto Laurita.

“IL PROFETA, COME GESU’, DOVRA’ AFFRONTARE L’ OSTILITA’ DEI SUOI. LO COMBATTERANNO, LO PERSEGUITERANNO, MA NON POTRANNO NULLA CONTRO DI LUI, PERCHE’ IL SIGNORE NON LO ABBANDONA”.

L’ episodio emblematico di Nazaret non è, quindi, un insuccesso derivante da una comunicazione maldestra e le sofferenze, a cui è sottoposto Geremia, non sono la prova che egli ha sbagliato tutto. Iniziamo dalla sinagoga di Nazaret. Luca ci fa riflettere su quello che accade al vangelo, quando viene predicato fedelmente.

Vediamo che Gesù non lascia indifferenti gli uditori del messaggio.
Infatti, i suoi compaesani, all’ inizio, lo ammirano, poi, si stupiscono ed, in fine, addirittura, furiosi, lo cacciano via dal loro villaggio.

I suoi interlocutori presumono di sapere tutto del “figlio di Giuseppe”, della sua storia e dei suoi parenti. Del resto, essi come avrebbero potuto immaginare che Gesù viene da Dio e, addirittura, è figlio di Dio ?

-Si aspettavano un Messia che sconfiggesse i nemici d’ Israele e li liberasse dai pagani.

“Ci chiediamo, ma Gesù sa comunicare ? “. Certamente, un cacciatore di consensi si sarebbe “organizzato” in modo ben diverso ! A questo punto, ci poniamo un’ altra domanda. Perché fa così ? Notiamo subito che il Signore non è affatto preoccupato di “mietere successi”, bensì, di mettere ognuno di fronte a una scelta, che riguarda lui e il suo messaggio: O lo si accetta o lo si rifiuta, o lo si segue o lo si lascia perdere.

Chi si spella le mani per applaudirlo, ma non mette in pratica la sua parola, non può dirsi suo discepolo.

Chi lo giudica un grande maestro, ma orienta le sue scelte secondo i propri interessi, sappia che non figura tra i suoi.

Una cosa è certa: Egli “non si fermerà a causa del calo dei consensi”.

“L’ apparenza e la realtà”. Anche l’ apostolo Paolo vuole fugare ogni equivoco. Che cosa conta di più nella vita della comunità ? Essere comunicatori efficaci, al punto di destare l’ ammirazione degli ascoltatori ? Essere maestri brillanti, che incantano per la saggezza del pensiero e raggiungono risultati inimmaginabili ?

No. Ciò che vale, rimane, rende veramente feconda ogni parola e ogni azione è la carità. Tutto il resto, prima o poi, scompare. Come ottimamente afferma San Paolo nella I Lettura.

Mons. Antonio Scarcione

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