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particolare dell'Icona di Maria SS. delle Vittorie |
Martedì 11 gennaio la Chiesa di Piazza Armerina ricorda l’Anniversario del
catastrofico terremoto del 1693 dal quale la città di Piazza Armerina
per intercessione della Sua Gran Madre e Patrona, Maria Santissima delle
Vittorie non subì alcun danno.
La
scossa devastatrice, giunse alle ore 21,00 e percorse distruggendo in
un solo colpo, l'intera Val Di Noto e parte della Sicilia orientale, la
furia distruttrice spazzò via secoli di storia, fermandosi ai piedi
della nostra città, salvata miracolosamente dal Vessillo di Maria SS.
delle Vittorie, che dal 1348 anno del suo ritrovamento, ha sempre
avvolto con il suo manto protettivo la nostra città.
Di
seguito riportiamo alcune notizie tratte da alcuni
manoscritti, su come i nostri antenati vissero quei giorni di sgomento.
"La
scossa più forte, quella delle 21,00, venne preceduta da boati
spaventosi e seguita, per vari giorni, da altre scosse di minore
intensità".
...Ai
primi boati, cupi e fragorosi, le monache del monastero di San Giovanni
si resero conto, in certo modo, di quello che accadeva: un minuto dopo,
era un sussulto di mura, uno sbatacchiare di campane, uno scricchiolio
di porte e di finestre, un precipitare di intonaci, tegole, calcinacci,
che si confondevano con le loro invocazioni e le loro grida. Intanto, la
gente, fuori, correva all' impazzata verso i punti, in cui c'era più
spazio. Così il vasto piano del Padre Santo venne subito invaso...
L'austera porta claustrale si aprì e le monache si trovarono fuori, sul
piano, dove, come Dio volle, passarono quella notte in lacrime e
preghiere.
Con
l'alba del 12 gennaio, i cittadini, temendo un più violento ritorno del
terremoto, abbandonarono l'abitato... Si accorse, quindi, al Duomo,
dove, con l'intervento dei canonici, del clero e delle confraternite si
organizzò un' imponente processione, come mai si era vista.
Precedevano
le confraternite, i frati e le monache, i chierici e il clero, quindi
l' Immagine della Patrona. Dietro il Simulacro l'onda immensa del popolo
con a capo i Giurati e il Capitano di Giustizia, don Giuseppe Trigona
Paternicò. La processione scese in piazza, imboccò la via ferreria, uscì
di porta "ospedale" e della salita dei Cappuccini. Qui sostò...Venne
eretta una baracca-cappella, per il simulacro mariano. La baracca fu
rivestita di pelli. Capanne speciali accolsero le monache, guidate dalla
badessa Sr. M. Solonia. Accanto ad esse vi erano le monache di S.
Chiara. Le religiose di S. Agata e della Trinità, invece, si fermarono
al "largo castello".
Questa situazione durò 40 giorni. Successivamente, con rinnovato fervore, l'Icona fu riportata trionfalmente al Duomo.
Alcune
notizie, risalenti al 1694, a cura di Mons. Riggio, in S. Visita a
Piazza Armerina: Fuochi n. 3186. Anime 12.301. Monache n. 366. Sacerdoti
n. 125. Chierici n. 202.
Danni
in Città di lieve entità. In Duomo, allora in costruzione, cadde la
volta del coretto (rifatta, successivamente, col contributo di onze
cento da parte del cantore, canonico D.G. Cascio) e riportò danni il
vecchio campanile arabo-normanno. Furono registrate, inoltre, lesioni
più o meno gravi in qualche muro.
Vittime
del terremoto: nessuna. Nella vasta area della Sicilia Sud Orientale
risulta, invece, che ci siano state circa 70.000 vittime.
Proprio
per questo il nostro popolo si è sentito, giustamente, protetto
dall'Alto. Ogni anno, poi, l'11 gennaio, fa veramente piacere incontrare
numerose persone, che salgono in Cattedrale, per ringraziare la
Patrona, Maria SS.ma delle Vittorie, dello scampato pericolo.
Filippo Rausa
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