"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 16 aprile 2011

La domenica con Gesù – Le Palme


……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Tempo di Quaresima - Domenica 17 aprile 2011


La Domenica delle Palme è caratterizzata da due momenti: la processione con i ramoscelli d'ulivo e la narrazione della passione e morte del Signore.

La procesione ha un'antica origine. Ne abbiamo notizia, già alla fine del IV secolo, attraverso il "diario" di una pellegrina, Eteria, che si reca a Gerusalemme e partecipa al corteo guidato dal vescovo fino alla Basilica della Resurrezione.

La narrazione della passione, rappresentataci da Matteo, mostra, invece, come Gesu' viva la sofferenza e la morte con totale fiducia nel Padre.

I discepoli, al contrario, in quel drammatico momento, si rivelano "uomini di poca fede", come ad esempio Pietro, che rinnega il Signore, nonostante le parole dettegli da Gesu: " Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte".

In questo modo, l'evangelista "provoca", saggiamente, il lettore a verificare il coraggio e la perseveranza nella sua fede.

Non nasconde, altresi', la propria simpatia per alcuni personaggi "minori", quali la donna anonima di Betania, Giuseppe di Arimatea, le donne presenti sotto la croce e persino la moglie di Pilato, al quale ella dice: "non avere nulla a che fare con quel giusto".

Proprio questi discepoli "imprevisti" sono un espediente efficace, con cui Matteo "tocca" il lettore, per rappresentargli una verità scomoda: talvolta, chi si ritiene discepolo, non sa cogliere il momento di grazia, mentre chi si ritiene inadatto, a volte, si dimostra piu' disponibile, piu' coerente, piu' fedele.

Infine, l'evangelista raffigura un'aspra critica contro una concezione ed esercizio del potere, che si autodivinizza ed opprime ferocemente gli altri.
Il vero potere è, invece, quello che si manifesta nel Cristo crocifisso: il servizio a Dio e ai fratelli.

Affiora qui, molto evidente, lo scontro tragico tra l'innocente Gesu' e i suoi tracotanti avversari, sempre desiderosi di prevalere sugli altri, di apparire, con la smania di protagonismo e di successo.
                                                                                                           
                                                                                                        Anthony Cansas

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