"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 17 novembre 2012

La domenica con Gesù, XXXIII del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
I Lettura. "...Sarà un tempo di angoscia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni..." Dn 12, 1-3
II Lettura." Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati". Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio ". Eb 10, 11-14.18
Vangelo. "...Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno...Allora vedranno il Figlio dell' uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Quanto però a quel giorno o a quell' ora, nessuno lo sa, né gli angeli, né il Figlio, eccetto il Padre" Mc 13, 24-32


  Il vangelo di questa domenica presenta il discorso escatologico (= la fine del mondo), pronunciato da Gesù di fronte al tempio di Gerusalemme, in risposta alla domanda di alcuni discepoli: "Quando accadranno queste cose e quale sarà il segno...? " Gesù non risponde direttamente al quesito, mette in guardia, invece, da falsi profeti, da catastrofi cosmiche, persecuzioni e scissioni familiari.
Il discorso del Signore, per la verità, riguarda tutti gli uomini e punta sul ritorno del Figlio dell' uomo e sull' invito a tutti a vegliare, perché il momento della sua venuta è ignoto. Egli con le immagini del sole, che si oscura, della luna, che non darà più  il suo splendore e degli astri , che cadranno, vuole dire che il mondo, così come lo conosciamo, terminerà.
 L'ordine delle cose, cioè, cambierà, per lasciare posto ad un' umanità nuova, al cui centro starà Gesù. La bella notizia è la seguente: "Vedremo il Figlio dell'uomo venire sulle nubi. " Quindi, la sofferenza, che angoscia l' uomo, ottiene, come risposta di Dio, la manifestazione del Figlio, che sarà ucciso dagli uomini, ma che Dio risusciterà. Ciò che il cristiano spera, è la piena manifestazione di quella novità, già introdotta nel mondo dalla Pasqua di Gesù. E questo significherà l' avvento di un' umanità rinnovata, raccolta attorno al Figlio dell' uomo.

 Gesù, nel parlare degli eventi finali, attinge alla tradizione apocalittica, con immagini catastrofiche e frasi enigmatiche. Lo scopo del Signore, però, non è mai quello di incutere paura e neppure di soddisfare la curiosità ( come e quando avverrà la fine del mondo). Il "quando" verrà la fine, rimane un misterioso segreto, perché l'attenzione viene spostata sul "come" prepararsi e su " che cosa" fare nell' attesa. 
 L' immagine che Egli utilizza è quella di una pianta, che si risveglia dal letargo invernale e comincia a vivere la sua primavera. "Dalla pianta di fico imparate..." Le prime gemme sono il segno della stagione, che cambia e della primavera, che arriva con la sua luce e il suo calore. La storia, che viviamo, è quella di una pianta, che giunge a maturazione. La nostra primavera, lo sappiamo bene, ha un nome solo: Gesù Cristo.
 "... Voi, quando vedrete accadere questa cose, sappiate che Egli  vicino, è alla porte ". Dio ci chiede di percepire la sua azione discreta e continua nella storia. Forse la "routine" quotidiana ci fa dimenticare il trascorrere lento, ma costante del tempo e ci fa dimenticare che siamo pellegrini in cammino. La solidità apparente del mondo non ci deve far dimenticare che siamo su un treno in corsa. Di qui la necessità dell' impegno. E affinché la comunità non si perda in calcoli e/o previsioni sterili, dobbiamo essere consapevoli, che, cioè, "quel giorno e quell' ora, nessuno li conosce, né gli angeli nel cielo, né il Figlio, eccetto il Padre" . 

 Marco intende comunicare al lettore la certezza di quell' incontro: la storia non va, quindi, verso la fine, ma verso l' incontro di Dio con l' umanità, riunita attorno a Lui: questa è la certezza !  Ma vuole anche affidare giorno, tempo e modi di questo evento a Dio, al punto che " neppure il Figlio lo conosce". Gesù diventa, così, modello per la Chiesa, che non dev' essere ossessionata dal voler conoscere le scadenze, ma stare impegnata nell' obbedire a Dio e nel vegliare.
 Nessuno conosce, quando sarà la fine del mondo, ma essa potrebbe giungere in qualsiasi momento. In questo tempo segnato dall' incertezza, il cristiano ha un punto di riferimento sicuro, la parola de Signore: " Il cielo e la terra passeranno,ma le mie parole non passeranno ".      
                                                                                                                                                                                                              Mons. Antonio Scarcione

1 commento:

Tomaso ha detto...

Ora posso tranquillamente commentare! grazie caro Filippo.
Buona domenica a tutti.
Tomaso