giovedì 1 novembre 2012
L'Italia che cambia...Ok al decreto, addio a 35 Province
Ok al decreto, addio a 35 Province, prossimamente toccherà a quelle inserite nelle Regioni a statuto speciale.
La "nuova Italia" conta adesso 51 Province invece delle precedenti 86.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge di riforma, completando così il percorso di riordino avviato nel mese di luglio.
Il decreto prevede la riduzione del numero delle Province a statuto ordinario: si passa da 86 a 51, comprese le città metropolitane.
La riforma sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri non considera per ora le Regioni a statuto speciale, ossia Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.
“Ce ne occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più', ha detto il ministro Patroni Griffi, aggiungendo che 'la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro”.
La riduzione è “un processo irreversibile e da gennaio verranno meno le giunte provinciali”.
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Ecco la nuova mappa politica del Nord Italia:
LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia.
LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.
VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia.
EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.
TOSCANA: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno
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MARCHE: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.
UMBRIA: Perugia-Terni.
LAZIO: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.
ABRUZZO: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.
MOLISE: Campobasso-Isernia.
PUGLIA: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
BASILICATA: Potenza-Matera.
CALABRIA: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.
Intanto le Regioni propongono un taglio ai costi
I presidenti delle Regioni, che finora guadagnavano tra i 7 e i 14 mila euro netti, riceveranno tutti 7500 euro, comprensivi di stipendio e indennità varie, mentre i consiglieri regionali guadagneranno circa 6 mila euro netti: anche per loro la cifra sarà comprensiva di tutte le voci.
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