"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 18 ottobre 2015

La Domenica con Gesù, XXIX del Tempo Ordinario/B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “Il giusto mio servo giustificherà molti, si addosserà le loro iniquità”. Is 53,10-11 . 
“Gesù sommo sacerdote misericordioso e degno di fede” Eb 4,14-16 . 
“Il Figlio dell’ uomo è venuto per servire e dare la propria vita”. Mc 35-45

Dopo il terzo annuncio della passione, abbiamo un racconto imperniato sull’ ennesima incomprensione da parte dei discepoli. 
La narrazione si può dividere in due quadri: il primo riguarda la richiesta di Giacomo e di Giovanni, che aspirano ai primi posti. 
Ad essi Gesù risponde ironicamente: c’è da portare la croce e, soprattutto, la gloria non dipende da lui, ma dal Padre.

Il secondo quadro si riferisce all'opposizione netta tra potere umano (fatto di dominio e sopraffazione) e potere divino (caratterizzato dal servizio e dalla solidarietà), secondo la concezione di Gesù.

Si può correggere, così, la concezione di un Messia trionfatore (Cfr.Dn 7), evidenziando, al contrario, che il trionfo, paradossalmente, passa attraverso l’ apparente fallimento della croce. Gesù ha appena anticipato ai discepoli il rifiuto e la passione, che subirà a Gerusalemme, quando Giacomo e Giovanni gli domandano un posto di rilievo accanto a lui.

Quindi, Gesù dovrebbe diventare un “esecutore” delle loro aspirazioni ( v.35). Conseguentemente, Dio non sarebbe più il Signore, bensì un idolo manipolabile. A questo punto, vediamo bene che l’auto-raccomandazione dei due fratelli accende un conflitto all’ interno degli altri dieci apostoli, che ormai sono in preda all’ ira contro di essi (Mc 10,41). Nell’ affermazione di Gesù: per essere grande, ogni credente deve diventare lo schiavo di tutti, ritroviamo la grandezza del Signore, sommo sacerdote, solidale con gli uomini.

Gesù invita a non cercare l’ onore, a non coltivare aspirazioni di potere, ma ad assumersi l’ onere del servizio. Con realismo e ironia cita “i capi delle nazioni”, alludendo, chiaramente, ai governanti della Palestina (i successori di Erode e i Romani oppressori). Gesù, affermando, “tra voi non sia così”, non elimina la volontà di primato insita in ogni uomo, bensì, ne cambia l’ obiettivo: “Essere primi non per essere serviti, ma per servire”.

La “differenza cristiana”, rispetto alla logica umana, è tutta qui: Gesù stesso, servitore, che lava i piedi dei discepoli, si identifica col Figlio dell’ uomo, che “non vuole essere servito, ma servire”. Nella passione, il Figlio dell’ uomo non prende su di sé la condanna dell’ umanità, ma l’ aiuta a sottrarsene, pagando di persona la somma della cauzione. Non si tratta di un prezzo pagato a Dio, né, tanto meno, al diavolo. Vale la pena di sottolineare che questo riscatto ( la redenzione ) apre orizzonti straordinari. Gesù versa il suo sangue, liberamente e gratuitamente, quale suprema manifestazione dell’ amore infinito del Padre.

Il Figlio del’ uomo non è un capro espiatorio, ma un amico, che paga le spese di chi non è in grado di pagarle, assumendosi la conseguenza estrema di questa scelta, cioè la morte.

                                                                            Mons. Antonino Scarcione 

Nessun commento: