"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 10 ottobre 2015

La Domenica con Gesù, XXVIII del Tempo Ordinario/B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Venne in me lo spirito di sapienza…Tutto l’ oro al suo confronto è come un po’ di sabbia…” Sap 7,7-11. 
“…La parola di Dio è viva; efficace e più tagliente di ogni spada…Discerne i sentimenti e i pensieri del cuore…” Eb 6,12-13. 
“…Vendi quello che hai e dallo ai poveri…E vieni! Seguimi!” Mc 10,17-30.



- Che cosa fare, per avere vita eterna ? Il racconto evangelico di Marco inizia con Gesù, interrotto dalla domanda di “un tale”, anonimo, osservante della Legge, che interpella Gesù. In quanto personaggio anonimo, egli si presta più facilmente all’ immedesimazione dei lettori.
La domanda, un po’ adulatrice, è preceduta da un vocativo,”maestro buono”. Si tratta di un quesito
classico – “che cosa farò, perché io erediti vita eterna?” – . Gesù, intanto, fa capire che ogni bontà dev’ essere riferita al Padre. “Nessuno è buono, se non Dio solo” ( v.18). Vediamo che, in cima ai pensieri di Gesù, vi sono Dio e il principale comandamento del Signore: “Ascolta, Israele, il Signore l’ unico…”. L’ interlocutore, invece, nella replica, lascia trasparire una “smania” di pratiche religiose supplementari, cioè, di un di più, rispetto a quelle abituali. Gesù, intanto, lo fissa con uno sguardo d’ amore (letteralmente, “guardando dentro di lui, lo amò”), dove, il verbo “amare” esprime un affetto preferenziale. L’ evangelista non esita ad evidenziare i sentimenti umani del Signore, la sua empatia (=capacità di mettersi nei panni dell’ interlocutore), che calamita quella del lettore. Gesù apprezza, quindi, la sincerità dell’ interlocutore e gli propone di “iniziare” da sé stesso, vendendo, cioè, tutti i suoi beni, per diventare suo discepolo. Gli offre, contestualmente, “un tesoro nel cielo” (Mt 6,20). Proprio questo gesto indica “il rinnegamento di sé stesso”, per acquisire un cuore libero da condizionamenti. Vediamo, invece, che, sfortunatamente, quell’ uomo se ne va accigliato, quasi ostile alla parola di Gesù e addolorato. Il narratore lascia intuire al lettore che costui è ricco ed ha a cuore i suoi beni.

- L’ ostacolo della ricchezza, varcato dal Dio dell’ impossibile. Nel dialogo privato con i discepoli, Gesù mette in risalto la difficoltà per un ricco di entrare nel regno: le preoccupazioni del mondo, la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Ben lungi dal rassicurare i discepoli, Gesù pronuncia la celebre frase: “Quanto è difficile, per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”. La frase, ripetuta, “tradisce” l’ intenzione del narratore di comunicarla ai lettori. Segue, inoltre, il non meno famoso detto: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Il carattere iperbolico, volutamente esagerato, è evidente. Questo detto, certamente, segnala l’ impossibilità per tutti gli uomini – segnatamente per quelli ricchi – di accedere alla salvezza, facendo risaltare, per contrasto, la potenza di Dio, che rende possibile l’impossibile.

- Centuplo oggi, vita eterna alla fine. Pietro si fa avanti e ricorda a Gesù come egli li abbia chiamati e i discepoli abbiano lasciato tutto, per seguirlo. Gesù li rassicura, promettendo, nell’ oggi, una ricompensa sovrabbondante, “il centuplo”. La sua promessa significa anche che essi fanno parte della sua famiglia. “Chi è mia madre e chi sono i mie fratelli ? …Chi fa la volontà di Dio, costui è per me fratello,sorella e madre” . Ma vivere nella famiglia di Gesù è difficile, perché comporta, proprio nell’ oggi, persecuzioni, attacchi malevoli e gratuiti, a causa della Parola. Più tardi, Gesù annuncerà, addirittura, tagli dolorosi…”Sarete odiati tutti, a causa del mio nome”. Il credente, pur nella certezza della ricompensa divina, vive, quindi, il tempo presente come tempo della prova.

                                Mons. Antonino Scarcione

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