"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 9 aprile 2017

La Domenica con Gesù, Domenica delle Palme

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato…” Is 50,4-7 . 
“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’ essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini…” Fil 2,6-11 . 
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato ?” Mt 26,14-27.

Mi appare particolarmente puntuale il breve commento della studiosa O.Spera. Essa evidenzia come il cammino terreno del Signore volga ormai al termine. La liturgia della Domenica delle Palme, infatti, ci invita ad accompagnare Gesù sul Calvario. Proprio, là, il disegno d’ amore del Padre ci verrà rivelato, attraverso le parole e i gesti del Signore. Dal trionfale ingresso in Gerusalemme, dove Gesù viene osannato dai discepoli e dalla folla con mantelli e palme, la narrazione ci conduce alla passione e morte di Gesù. Intanto affiora in noi un sentimento inquietante: “Se Dio muore, tutto muore, se la Parola rivelante di Dio, ad un certo punto, tace, tutto il mondo tace”. Con queste parole, il famoso teologo von Balthasar, coglie la drammaticità di quel momento, il più oscuro della storia umana.

“ Verso mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato ?” Quest’ ultimo grido appare assai misterioso, eppure esso rivela l’ indicibile.

La potenza di Cristo si è rivelata nella debolezza, la luce di Dio nell’ oscurità, la gloria nel grido di dolore di Gesù. Il Dio lontano, intangibile e grande, che schiaccia i nemici, si è fatto debole, povero e vulnerabile. Alla morte di Gesù, il velo del tempio si spezza, la terra trema e si frantumano le pietre. Il centurione e i più vicini cominciano a dire: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio ! Notiamo chiaramente che qui si manifesta il paradosso di Dio. Quelli che hanno avuto il coraggio di guardare la fragilità e la vulnerabilità di Gesù, hanno visto la sua gloria. Certamente, nel Cristo sulla croce, Dio si manifesta e chiede di essere preso e avvolto tra le nostre braccia.
                                                                                            Mons. Antonio Scarcione

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