"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 1 aprile 2017

La Domenica con Gesù, V di Quaresima

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio…” Ez 37,12-14 . “…Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali…” Rm 8,8-11 . “…Io sono la risurrezione e la vita…Lazzaro vieni fuori. Il morto uscì…Molti…alla vista di ciò che egli aveva compiuto, cedettero in lui…” Gv 11,1-45

Come, opportunamente, afferma lo studioso Ermes Ronchi nel commento a questa famosa pagina di Giovanni, di Lazzaro sappiamo poche cose, ma esse sono una più importante dell’ altra: quella di Lazzaro è una casa ospitale, egli è fratello molto amato di Marta e Maria, è un amico speciale di Gesù. Comunque, grazie a Lazzaro, ci sono giunte due parole assai importanti: “Io sono la resurrezione e la vita”. Non io sarò, in un tempo lontano, indistinto, bensì, qui ed ora.

Non ci sfugga l’ ordine delle parole: prima c’ è la risurrezione, poi la vita. Secondo la nostra logica, dovrebbe essere il contrario. Invece non è così. Io sono la risurrezione delle vite spente. Il rialzarsi della vita di chi si è arreso. Vivere è l’ infinita pazienza di chi risorge ed esce fuori dalle proprie “grotte buie”, lascia che siano sciolte le serrature, che bloccano, siano tolte le bende dagli occhi, per poter partire di nuovo, verso mete che meritano di essere raggiunte.

Lazzaro è “invidiabile”, perché è circondato di persone che gli vogliono bene. Ma perché ha avuto luogo la sua risurrezione ? Per le lacrime di Gesù, per il suo grande amore fino al pianto. Anche noi risorgeremo, perché il nostro nome è identico a quello di Lazzaro (…Io vi ho chiamati amici…). Il Signore non accetta di essere “derubato” dei suoi amici. Non è la vita che vince la morte, ma l’ amore. Dire Dio e dire resurrezione è la stessa cosa.

Il morto esce dal sepolcro, avvolto in bende, come un neonato, che viene alla luce. E’ proprio il caso di liberaci dall’ idea della morte come la fine di una persona. Gesù invita a liberare Lazzaro, sciogliendogli le bende , così come si liberano le vele e si sciolgono i nodi di chi è ripiegato su sé stesso.

Le altre parole di Gesù: lasciatelo andare, dategli una strada e una stella polare. Quante volte, sono morto. Mi era finita la voglia di amare e di vivere. Una voce mi diceva: Non mi interessa più niente, né Dio, né amori, né vita. E poi un seme germoglia; una pietra si viene rimossa…un raggio di sole, un amico rompe il silenzio…Ciò è accaduto per segrete, misteriose e sconvolgenti ragioni d’ amore: “un Dio innamorato dei suoi amici; egli non li lascerà in mano alla morte”, come ha fatto per l’ amico Lazzaro.

                                                                    Mons. Antonino Scarcione

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