"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 16 aprile 2017

La Domenica con Gesù, PASQUA

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: “…Voi sapete ciò che è accaduto…Essi lo uccisero…ma Dio lo ha risuscitato…” At 10,34a.37-43 . 

“Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo…” Col 3,1-4 . 

“…Maria di Magdala…Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro…Allora entrò anche l’ altro discepolo…E vide e credette…” Gv 1-9.

Gli studiosi della pagina del vangelo odierno e, in particolare, E.Ronchi affermano che, “come il sole, Cristo ha preso il proprio slancio nella notte di Natale, piena di stelle, di angeli, di canti e di greggi e lo riprende in un’ altra notte, quella di Pasqua: una notte di “naufragio”, di silenzio, di buio ostile su uomini e donne sgomenti e disorientati”. 
Maria di Magdala esce di casa, quando è ancora buio. Si reca al sepolcro, perché si ribella all’assenza di Gesù: “Amare è dire: tu non morirai ! “ ( Gabriel Marcel). E vide che la pietra era stata tolta. Il sepolcro era vuoto, aperto come il guscio di un seme.

Vediamo che i Vangeli raccontano ciò che è accaduto alle donne in quella famosa alba, piena di sorprese e di corse. La tomba è aperta e vuota. Manca, infatti, il corpo di Gesù. Un corpo assente, quindi. Proprio da qui, inizia la corsa della Maddalena, di Pietro e di Giovanni. Notiamo che il primo segno è quello del sepolcro vuoto. Ciò vuol dire che, nella storia umana, manca un corpo, per chiudere, in pareggio, il conto degli uomini uccisi. Ed, inoltre, una tomba è vuota: manca un corpo alla “contabilità” della morte, i suoi conti sono in perdita. Manca anche un corpo al bilancio della violenza.

La Risurrezione di Cristo solleva la nostra terra, un pianeta di tombe, verso un mondo nuovo, dove gli imperi, fondati sulla violenza, crollano. Anche noi, come gli evangelisti, balbettiamo, per raccontare un’ evento sensazionale, unico. Essi presero, in prestito, i verbi tipici delle nostre mattine. “Svegliarsi e alzarsi”. Proprio così: “Si svegliò e si alzò il Signore”.

Ed è molto bello pensare che Pasqua (= passaggio dalla morte alla vita), un evento inaudito, venga raccontata con i verbi di ognuno dei nostri mattini, quando anche noi ci svegliamo e ci alziamo, nella nostra “piccola risurrezione” quotidiana.

Notiamo che Pasqua è qui e adesso. Perché la forza della Resurrezione non riposa, finchè essa non abbia rovesciato la pietra dell’ ultima tomba (Von Balthasar).

                 Mons. Antonino Scarcione

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